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Caccia all’uomo in Ucraina con i droni russi

Un tecnico prepara un drone con una carica esplosiva - Fonte: Ipa - Dillingernews.it

A Kherson, città a sud dell’Ucraina bagnata dal fiume Dnipro, i soldati russi usano piccoli droni commerciali per inseguire e uccidere i civili ucraini. Gli abitanti parlano di «caccia agli umani e di videogioco con bersagli umani».

Svetlana Goreva, 51 anni, cronista locale, spiega che i droni colpiscono spesso i bus municipali gialli e anche le ambulanze. «I russi usano la scusa che i mezzi sarebbero usati per trasportare soldati, ma in realtà vogliono punire gli abitanti di Kherson. Vogliono cacciarli via. I droni colpiscono sempre i furgoni delle squadre che fanno le riparazioni nei quartieri lungo la riva del fiume dove mancano elettricità e gas, non possono non vedere che si tratta di squadre civili ma attaccano lo stesso».

«Per un periodo hanno attaccato i balconi degli appartamenti quando vedevano vestiti maschili stesi ad asciugare perché ogni uomo può essere un problema, poi hanno cominciato a prendere di mira tutti i balconi dove vedevano roba stesa soltanto perché vuol dire che ci abita qualcuno».

Tatiana Yakovleva, 48 anni, dice che lo fanno per divertimento. «Le lanciano anche sugli animali. Vedono una cuccia con un cane e ci lasciano cadere una granata sopra. Lo fanno per il gusto di lanciarla».

Alexander Tolokonnikov, 42 anni, portavoce dell’amministrazione militare di Kherson, conferma gli attacchi contro i civili: «Un anziano che trasportava pacchi in bicicletta. Un’anziana seduta su una panchina. Due adolescenti che giocavano vicino al fiume».

L’ospedale bersagliato

Tutti gli intervistati citano l’ospedale oncologico di Kherson, uno dei più grandi dell’Ucraina del sud, che un tempo accoglieva malati da tutto il paese e ha una bella posizione vicino al fiume. In questo periodo è diventato un magnete per gli attacchi con i droni.

Il 3 settembre il chirurgo Volodymyr Tereliuk dell’ospedale oncologico di Kherson è stato centrato da un drone e trascinato dentro dai colleghi. Hanno provato per un’ora e mezza a salvargli la vita ma non ci sono riusciti. «Le ferite da schegge erano incompatibili con la sopravvivenza».

Un tecnico specializzato nella fabbricazione di droni al lavoro – Fonte: Ipa – Dillingernews.it

“Volano in sciami”

Dmitry, marinaio sulle navi cargo commerciali di 22 anni, vive ad Antonivka, il quartiere da 3mila abitanti vicino al fiume che è il più attaccato dai droni. «Volano in sciami ad Antonivka. A casa di un vicino, un giorno un drone vola dentro e lancia una granata. Il giorno dopo torna di nuovo, e per tutto il giorno, sei volte di fila».

«Prima fanno scoppiare il tetto con un proiettile esplosivo, poi lanciano proiettili incendiari all’interno. La casa inizia a bruciare e il drone sta lì a osservare finché l’incendio non diventa più grande. Meno male che avevamo gli estintori. Lo abbiamo spento e quindici minuti dopo è arrivato un altro drone, sei volte fino a mezzanotte. È la norma da queste parti. Stanno bruciando tutto».

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