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Bullismo, omicidi e violenza di genere (qualche riflessione)

Bullismo, omicidi, violenza di genere . " Educa al rispetto, tuo figlio!" Queste le parole, condivisibili, di Stefano Rossi , scrittore, ed esperto di educazione emotiva , che aggiunge: il nucleo di tutte queste forme di aggressività derivano dall'incapacità radicale di vedere l'altro. Educa tuo figlio al rispetto, insegnagli a vedere quali emozioni si nascondono dietro lo sguardo dell'altro. Educalo quindi all'empatia , perché in fondo " siamo tutti un pianoforte ferito", abbiamo bisogno tutti di cure, di amore, e abbiamo bisogno di essere visti davvero.

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Bullismo, omicidi, violenza di genere . ” Educa al rispetto, tuo figlio!” Queste le parole, condivisibili, di Stefano Rossi , scrittore,  ed esperto di educazione emotiva , che aggiunge: il nucleo di tutte queste forme di aggressività derivano dall’incapacità radicale di vedere l’altro. Educa tuo figlio al rispetto, insegnagli a vedere quali emozioni si nascondono dietro lo sguardo dell’altro. Educalo quindi all’empatia , perché in fondo ” siamo tutti un pianoforte ferito”, abbiamo bisogno tutti di cure, di amore, e abbiamo bisogno di essere visti davvero. 

Parole , come dicevo, condivisibili e che ci fanno chiedere: in che modo si può educare a rispettare l’altro!? Per ” vedere ” l’altro, la mia esperienza mi ha insegnato , è necessario prima aver visto se stessi, o aver visto almeno delle parti importanti di se. 

Diversamente , come potrebbe essere possibile insegnare qualcosa che non si conosce davvero, che non si è sperimentato in prima persona!? 

In questo passaggio mi risuona nella mente la massima preferita da Socrate:

” Conosci te stesso”! 

Partendo dalla consapevolezza dei limiti della conoscenza umana , ” sapere di non sapere”, necessaria prima di procedere lungo la via virtuosa del vero mediante la dialettica. 

Ritenendo che il vero maestro deve aiutare i propri allievi a trarre da sé la verità così come fanno le ostetriche, che aiutano le donne a partorire. Al contrario, non bisogna imporre la verità dogmaticamente dall’esterno. 

In quale altro modo si può insegnare il rispetto a nostro figlio!? 

Dedicandosi e dedicagli tempo, ad esempio!? 

Perché il tempo è cura! E la cura non è forse la più grande espressione dell’amore!? 

Amore include rispetto. 

Il rispetto dunque ,potremmo convenire , che si trasmette attraverso l’amore dato, nel gesto, attraverso il tempo dedicato!

Quale altro più lampante esempio di rispetto può esserci al di fuori di questo che ho appena descritto!? 

La ” conoscenza” di se passa attraverso un percorso di crescita personale, a partire da quando siamo nel grembo materno, da quando nasciamo:

esiste la banca dati curata da famoso dr. Michel Odent, uno  dei massimi esperti mondiali di fisiologia della nascita Primal Health Research Databank   per studi relativi al rapporto fra periodo primale (gravidanza, parto e primo anno di vita) e salute psicofisica del bambino e futuro adulto.

Nei primi tre anni di vita , affermava il mio docente di storia e filosofia al liceo Piccolomini di Siena, il professor Caro, noto psicoterapeuta fiorentino, si decide il futuro di una persona!

La conoscenza di se, e di conseguenza l’apprendimento del rispetto di se e dell’ “altro” , avviene in famiglia, sui banchi di scuola, in parrocchia, nel cortile di casa, o , con le dovute cautele , in base all’età, navigando in internet.

In merito a questo ultimo aspetto , sulla particolare attenzione da prestare nell’utilizzo della tecnologia da parte dei più piccoli e degli adolescenti, questo è quanto riporta un articolo pubblicato sul sito dell’associazione pedagogica Waldorf ” La Formica ” di Colle Val d’Elsa in Toscana (leggi qui), di cui sono socia, fondatrice  della Libera Scuola Michelangelo che mia figlia Diletta frequenta da ormai dieci anni :

” L’ articolo apparso sul New York Times rivelava come la scuola Waldorf di Los Altos nella Sylicon Valley era frequentata dai figli dei manager delle più importanti aziende di tecnologia che volevano per i loro figli una scuola senza computer. ( per approfondimenti LEGGI QUI ).


Un ultimo tema in quest’ambito è la crescita esponenziale delle difficoltà di apprendimento, i dati forniti dal MIUR indicano una crescita di dislessia, disortografia, disgrafia, discalculia , sono cresciuti dallo 0,7% di cinque anni fa al 2,1% di oggi per un totale di 187 mila alunni ed una presenza di sindromi ADHD (attention-deficit/hyperactivity disorder) pari all’1% della popolazione scolastica .
Pur non essendo ancora dimostrata una relazione diretta tra utilizzo delle tecnologie e crescita di queste difficoltà di apprendimento e comportamentali, possiamo dire che l’alterazione della sfera percettiva, l’insufficiente sviluppo dei sensi inferiori e il non rispetto dei ritmi fisiologici nella vita del bambino certo non favoriscono uno sviluppo organico dell’essere umano
Quando le tecnologie digitali possono essere utili nei processi di apprendimento?


Quanto detto fin d’ora vale in modo molto stringente fino ai 14 anni di età. Questa precisazione è importante perché sottolinea il principio fondamentale che vede l’utilizzo di specifici strumenti pedagogici e didattici commisurato alla maturazione dell’individuo.

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"Attivista politica e dei diritti umani dal 2012, founder, imprenditrice enogastronomica dal 2006, event manager di Pica Eventi. Da dieci anni socia dell'Associazione Pedagogica Waldorf "La Formica" di Colle Val d'Elsa in Toscana. Mamma di Diletta. Ogni giorno lavoro per lasciare in eredità ai nostri figli un mondo migliore."