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Shock Eriksson: “Ho il cancro. Mi resta un anno, forse meno”

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Sven-Goran Eriksson in fin di vita. L’ex allenatore di Roma, Lazio ed ex ct dell’Inghilterra ha rivelato che gli è stato diagnosticato un cancro terminale e, nella migliore delle ipotesi, gli resta circa un anno. Eriksson, 75 anni, si è dimesso dal suo ultimo ruolo di direttore sportivo nel club svedese Karlstad 11 mesi fa proprio a causa di problemi di salute.

Neanche il tempo di festeggiare

La gioia per i 124 anni della Lazio e per il successo nel derby di Coppa Italia si ferma di fronte alla terribile notizia riguardo colui che Sarri ha imitato vincendo quattro dei primi sei derby. Sven-Goran Eriksson, allenatore biancoceleste del secondo Scudetto e dei trionfi europei a cavallo del nuovo millennio, ha rivelato di avere un grande male.

Le parole dell’allenatore

“Potrei avere meno di un anno di vita. Devo lottare il più a lungo possibile. Tutti capiscono che ho una malattia, tutti sanno che ho il cancro. Ma devo lottare finché posso”.

L’ex allenatore della Lazio ha parlato alla stazione radio svedese P1, rivelando che avrà “forse nella migliore delle ipotesi un anno di vita, nella peggiore delle ipotesi un po’ meno, o nella migliore delle ipotesi forse anche di più. Non posso esserne assolutamente sicuro. È meglio non pensarci”.

La scoperta della malattia

Eriksson aveva lasciato a fine febbraio l’incarico di direttore sportivo del Karlstad e già allora erano arrivate le prime speculazioni sulle sue condizioni. Stavolta è stato direttamente il mister a svelare lo stato di salute, rivelando di aver avuto un collasso durante una corsa lo scorso anno e di aver scoperto così di essere malato. Il consulto medico aveva infatti rivelato un ictus e il cancro:

“Non sanno da quanto tempo ce l’ho – ha spiegato Eriksson – forse un mese o un anno. Ma ora devo lottare. Tutti immaginavano che fosse cancro e lo è. Ma devo combattere il più a lungo possibile. Posso ingannare il mio cervello. Vedere il lato positivo delle cose, non crogiolarmi nelle avversità, perché queste sono ovviamente le avversità più grandi, ma devo trarre qualcosa di buono da esse”.

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Un ragazzaccio appassionato di sport, cultura e tutto ciò che è assorbibile. Stanco della notizia passiva classica dei giornali e intollerante all'ipocrisia e al perbenismo di cui questo paese trabocca. Amante della libertà e diritto della parola, che sta venendo stuprata da coloro che la lingua nemmeno conoscono. Contrario alla censura e alla violenza, fatta qualche piccola eccezione. Ossessionato dall'informazione per paura di essere fregato, affamato di successo perché solo i vincitori scriveranno la storia.