Home CRONACA Usa: Tyson muore bloccato con un ginocchio sul collo dalla polizia

Usa: Tyson muore bloccato con un ginocchio sul collo dalla polizia

160

Un uomo afroamericano di 53 anni è morto mentre era sotto la custodia della polizia a Canton, in Ohio. La vittima si chiamava Frank Tyson e il decesso è avvenuto dopo che un agente lo ha bloccato a terra con il ginocchio sul collo e poco dopo che l’uomo aveva gridato “non riesco a respirare”. La polizia ha diffuso il video di 36 minuti dell’incidente accaduto il 18 aprile, e sul quale è stata avviata un’indagine. Gli agenti coinvolti sono stati temporaneamente sospesi.

La vicenda dell’afroamericano Tyson

Tyson è stato fermato dalla polizia perché sospettato di aver lasciato la scena di un incidente automobilistico. Il video diffuso inizia con un agente di pattuglia che si imbatte in un’auto che aveva colpito un palo e un passante gli dice che il conducente del veicolo è fuggito in un bar vicino. Si vedono quindi gli agenti entrare nel locale, dove trovano Tyson è in piedi al bar. Ne è seguita una discussione, mentre provavano ad afferrargli le braccia. Lui gridava di continuo “stanno cercando di uccidermi, chiamate lo sceriffo”. Gli agenti hanno poi fatto poi cadere Tyson a terra e lo hanno ammanettato. Poi un poliziotto ha messo un ginocchio vicino al collo della vittima fino a ucciderlo.

Il ginocchio sul collo lo ha tenuto per almeno 30 secondi perché un collega potesse ammanettarlo. Tyson è rimasto immobile per sei minuti prima che gli agenti gli controllassero il battito. Ed è passato altro tempo prima che arrivassero i soccorsi.

E QUESTO PER UN IPOTETICO FURTO DI AUTO. COSA AVREBBERO FATTO SE FOSSE STATO SOSPETTATO DI OMICIDIO?

Articolo precedenteBillie Eilish: “Merito un dottorato in masturbazione”. E apri tu la prima università del sesso!
Articolo successivoIl monopolista Angelucci vuole anche l’Agi
Avatar photo
Dal 2 ottobre 2023 é online la nuova testata giornalistica www.dillingernews.it. Dillinger è un progetto editoriale con le idee chiarissime; non dover dire grazie a nessuno e in nessun caso, la nostra libertà editoriale è supportata da tutti coloro che credono in un progetto nuovo e che non si riconoscono in ciò che gli viene proposto quotidianamente dalle "grandi fazioni", dagli amichetti dei circuiti del fashion, dai baciapile delle amministrazioni e da tutti quelli che hanno la presunzione di ricevere finanziamenti pubblici: noi non li riceviamo. Sia chiaro. Siamo liberi e vogliamo rimanere tali, non esiste l'informazione pulita e quella sporca... serie "A" o serie "B". Siamo un organo di informazione disintermediato. Le macchine editoriali sono cosi articolate che le grandi testate arrivano quasi sempre in ritardo e con contenuti di "commento", che non aggiornano che non informano realmente il lettore, piuttosto gli formano un'idea un punto di vista. Possiamo farlo anche noi e in tanti casi pure meglio! Ci piace cazzeggiare e blastare, certo, ma non siamo solo una banda di psicopatici, maniaci dei cazzi altrui... siamo tanto altro , lo vedrete e lo leggerete! Lavorano in questa redazione esperti di comunicazione e giornalisti professionisti. Anche tanti giovani ai quali è data la possibilità di scrivere e partecipare a un progetto cross mediale. In questa redazione si cresce anche come persone, si impara, si capiscono i meccanismi della comunicazione e dell'informazione. Qui cerchiamo tutti i giorni di essere veri e reali, umani e "banditi". Garantiamo: libertà da qualsiasi forma di ipocrisia! Siamo sempre pronti ad accogliere chiunque abbia una storia e desidera condividerla con gli altri. Il branding del giornale è ispirato ai fuorilegge della storia... L'informazione può diventare un'arma, questa è la metafora del nostro giornale. La contrapposizione tra bene e male, tra buono e cattivo genera le storie che cerchiamo di raccontare.