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“L’aborto non è un diritto”: le parole pronunciate in un convegno alla Camera.

Si è scatenata una bufera senza precedenti per l’affermazione pronunciata durante la conferenza ospitata nella Sala stampa della Camera. I relatori hanno parlato di negazione di diritto all’aborto. “L’aborto non è mai giusto e non è un diritto. Anche nei casi più tragici, nei dilemmi morali più strazianti, come quelli di stupro, non è mai giusto”. Sono queste alcune delle parole pronunciate dai relatori Marco Malaguti e Maria Alessandra Varone.

Il convegno sull’aborto

Martedì, nella sala stampa di Montecitorio, un Centro studi conservatore, invitato dal deputato leghista Billi, ha presentato un saggio sull’ aborto, chiedendo una revisione restrittiva della Legge 194. Legge che torna a essere oggetto di accesissime polemiche. I relatori hanno espresso posizioni contrarie alla legge in questione, definendola “non necessariamente morale” e “una soluzione pratica, che viola i diritti del padre e degenera il ruolo materno”. Hanno, inoltre, negato la legittimità dell’aborto anche quando questo dovesse avvenire in seguito a violenza sessuale, dicendo che si tratta di un diritto solo “in senso lato”, paragonabile a quello di “uccidere, rubare, ferire”.

L’iniziativa sarebbe stata sostenuta dalla Lega, che ha messo a disposizione la sala conferenze della Camera, grazie al deputato Simone Billi, salviniano e membro della Commissione Esteri. Lui collabora con il Centro Studi Machiavelli e ha detto di “supportare l’iniziativa”, pur non essendoci fisicamente per “un impegno a Strasburgo”.

Cosa sostiene la legge 194 sull’aborto?

La legge 22 maggio 1978, n. 194 è la legge che ha disciplinato le modalità di accesso all’aborto. Per arrivare all’approvazione di questa legge ci furono interminabili lotte e manifestazioni da parte delle donne. Le reazioni dell’opposizioni non si sono fatte attendere.

Tra queste c’è quella di Valeria Valente, senatrice del Pd: “È gravissimo e inaccettabile che deputati della Lega mettano in discussione una legge dello Stato. E non perdano occasione per manifestare una visione dei diritti delle donne talmente retrograda da riportare il Paese indietro di 50 anni.

Pesante anche la posizione di Italia Viva: “Altro che Medioevo. Qui siamo oltre l’oscurantismo. Il deputato leghista Billi, che evidentemente vuole prendere il posto del senatore Pillon come campione di arretratezza, promuove un convegno alla Camera in cui si rimette in discussione la legge 194 e in cui si nega che l’aborto sia un diritto. Ancora una volta nel mirino finiscono le donne e la loro libertà. Maggioranza di inadeguati, incapaci e pure illiberali. Dovete andare a casa”.

La replica immediata di Billi

Billi si discosta da quanto dichiarato nel convegno. Ha, infatti, detto: “Quanto uscito oggi su alcuni mezzi stampa non rappresenta né la mia, né, tanto meno, la posizione del partito. La Lega, da sempre, si è battuta per la libertà di espressione delle donne e quanto riportato è falso. Credo nella libertà di scelta e, soprattutto, le donne vittime di violenza non possono essere utilizzate e strumentalizzate.

Ribadisco ancora una volta che le donne devono poter decidere autonomamente. Io non ero presente al convegno e, se fossi stato presente, avrei sicuramente portato avanti le mie tesi”.

A lui si unisce la leghista Laura Ravetto: “Come Lega siamo e saremo sempre per la libertà di scelta, soprattutto su un tema personale come l’aborto su cui sono proprio le donne ad avere l’ultima parola. È la linea del nostro Partito, da sempre. Utilizzare temi seri come l’aborto, i diritti, il sostegno alle donne, il contrasto alla violenza per becera propaganda di parte è davvero stucchevole”. 

La Meloni parlerà? O si trincererà dietro il silenzio? È l’ennesima grana che proviene dalla Lega e che, inevitabilmente, in quanto facenti parte della coalizione, ricadono sulla linea governativa e sulla sua persona.

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