Home CRONACA Celebs Fedez, il figlio va a San Siro e scattano le minacce

Fedez, il figlio va a San Siro e scattano le minacce

Leone Lucia Ferragni, figlio di una delle coppie più famose sui social, ha accompagnato Theo Hernandez a San Siro in occasione di Milan-Frosinone. Purtroppo però, un commento apparentemente innocuo dall’account ufficiale della Serie A ha suscitato indignazione e rabbia nei confronti di qualche utente su Twitter.

Leo, un po’ di entusiasmo!

Prima di Milan-Frosinone, tra i bambini che si schierano in fila di fronte ai calciatori, è spuntato un volto familiare. I In campo c’era anche Leone, il figlio dei Ferragnez, che ha accompagnato Theo Hernandez nel prepartita. Il ricordo è stato immortalato da Federico, che pensava di regalare una grande emozione al figlio. I due avevano persino ideato un piano per rendere indimenticabile quel giorno: sotto la maglia della squadra avversaria, infatti, il piccolo Leo nascondeva la maglia della sua squadra del cuore, e, al passaggio della telecamera, avrebbe dovuto alzarsi la maglietta e mostrare la sua vera fede. Leone, nonostante fosse milanista, non sembrava poi così preso dall’iniziativa… dopo tutto è solo un bambino e si sarà fatto prendere dall’emozione!

“Il privilegiato”

La prima accusa in assoluto che si può scatenare nella mente di certi individui prevenuti è che quel bambino si trovasse lì solo perché di cognome fa Lucia Ferragni. La verità invece è ben diversa: l’idea di far entrare i bambini pochi minuti prima del match è nata ormai qualche anno fa e si è presto diffusa in tutto il mondo. Ogni squadra ha le proprie regole interne su chi scegliere, non c’è una norma univoca. Spesso si da precedenza alle richieste degli abbonati o dei tifosi storici, oppure alle segnalazioni dello staff e degli sponsor più importanti. Ma i posti sono per tutti, basta solo attendere un po’.

La gocciolina che ha fatto traboccare il vaso

Potrebbe essere un articolo tranquillo, ma se è finito su Dillingernews, qualcosa deve essere andato storto. Infatti, a far scoppiare la bagarre non è stato l’ingresso di Leone in campo, quanto invece il saluto del canale ufficiale su X (ex Twitter) della Serie A, accompagnato da foto e didascalie: “Un accompagnatore speciale per Theo” è stata la miccia.

Qualche esempio dei commenti su X: “Gli altri vi fanno schifo?”; “Cancellate questa m*** di post”; “Tweet da vomito. Marchettari”; “Che post raccapricciante, dalle foto al concetto stesso”; “Vergognatevi”; “Post di grande mestizia”; “Portate rispetto per gli altri bambini”; “Non sprecate mai l’occasione di mostrare quanto siete imbarazzanti”; “Perché l’accompagnatore di Florenzi non è speciale?”; “Speciale era il bimbo malato che è andato sotto la curva sud della Juve a Monza e gli hanno dedicato un coro, rendendolo felice per un momento. Quelli sono i bambini speciali e i post che dovreste fare”.

Questo piccolo specchietto dovrebbe essere sufficiente per far capire al lettore il lato oscuro del calcio o, meglio, di chi lo guarda. Un branco di animali selvatici che sparano insulti e minacce anche a bambini. Gente che va allo stadio solo per menare, la stessa gente che torna a casa tranquilla dalla propria famiglia.

Rincariamo la dose

Come se non bastasse, ecco il portabandiera dei fanatici, che su X ha pubblicato una foto di Leone e Theo Hernandez e la domanda: “Avete un solo proiettile, chi colpite?”.

Fedez, un personaggio che non si tira di certo indietro a mostrare i denti, ha ovviamente risposto furioso come padre e come uomo: “Nel momento in cui toccate i miei figli, avete un problema”.

Il post su X

Vorremmo tutti rimanerci male, stupiti, ma questa è l’Italia: il luogo in cui si giocano le partite di calcio come guerre, e le guerre come partite di calcio.

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Un ragazzaccio appassionato di sport, cultura e tutto ciò che è assorbibile. Stanco della notizia passiva classica dei giornali e intollerante all'ipocrisia e al perbenismo di cui questo paese trabocca. Amante della libertà e diritto della parola, che sta venendo stuprata da coloro che la lingua nemmeno conoscono. Contrario alla censura e alla violenza, fatta qualche piccola eccezione. Ossessionato dall'informazione per paura di essere fregato, affamato di successo perché solo i vincitori scriveranno la storia.