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Facciamo i Conti con Sanremo

Se il portavoce più attendibile della Rai, ovvero Fiorello, chiede a Carlo Conti se Sanremo 2025 sarà suo e l’altro risponde «Non fare il bischero, che poi mi tocca farlo. Sto ancora resistendo stoicamente!», che significa?

Se il portavoce più attendibile della Rai, ovvero Fiorello, chiede a Carlo Conti se Sanremo 2025 sarà suo e l’altro risponde «Non fare il bischero, che poi mi tocca farlo. Sto ancora resistendo stoicamente!», che significa?

Il nome di Conti come una freccia dall’arco scocca e vola veloce di bocca in bocca da giorni. Da quando è ufficiale che Amadeus non sarà più alla Rai.

Perché ci vuole orecchio

Al Corriere, Carlo Conti svicola ma qualcosa fa capire. Sanremo 2025 è ai nastri di partenza, sul piano dell’organizzazione? «Non so se ho ancora l’orecchio musicale giusto», fa orecchie da mercante il conduttore di Tale e quale show.

Conti ha alle spalle tre edizioni, dal 2015 al 2017, l’ultima con al fianco Maria De Filippi. Alcuni credono che il Festival abbia fatto un salto proprio con lui.

«Il Festival è tornato ai vecchi fasti», risponde Conti. «Qualcuno dice che sono stati i miei a farlo ripartire. Io questi meriti non me li prendo: l’unico è aver avuto la fortuna di trovare tra le nuove proposte Mahmood, Irama, Gabbani e Ermal Meta, Nigiotti, Caccamo».

Il 74,1 per cento di share toccato da Amadeus è una notevole sfida da eguagliare. «Ma io non potrei mai replicarlo, non arriverei alle 2 di notte! Amadeus ha fatto un grande lavoro, ma non si può ragionare sui precedenti, altrimenti dopo Baudo non lo avrebbe dovuto fare più nessuno».

Con tutti gli artisti che ha conosciuto di persona, Carlo Conti sogna di incontrarne uno che è un suo mito, Vasco Rossi. Perché non invitarlo a Sanremo 2025?

«E come faccio? Vado a Zocca e suono il campanello: “Ciao Vasco, ti va di fare due chiacchiere?».

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