Home Celebs social circus Matteo Mariotti si filma dopo esser stato sbranato da uno squalo: dipendenza...

Matteo Mariotti si filma dopo esser stato sbranato da uno squalo: dipendenza social o è solo cretino? (video)

Matteo Mariotti viene attaccato da uni squalo… E cosa fa? Posta un video subito dopo l’incidente sui social! Sono sempre più i casi di giovani e non, influencer o persone comuni che in momenti di difficoltà scelgono di “postare” sui social. Infatti, piuttosto che, pensare a come risolvere la situazione o chiedere aiuto, hanno bisogno di avvertire i cari followers. La domanda è: come mai?

Un ipotesi potrebbe essere che ormai è diventato più urgente l’ esibizionismo social associato anche a un vittimismo cosmico. Così gli utenti fedelissimi di Instagram sono impazienti nell’aprire la famosa app anche in momenti catastrofici e poco opportuni. Forse si tratta davvero di dipendenza dai social network o abitudine. Non esiste più il limite di cosa sia pubblicabile e cosa invece sia meglio tenersi per sé.

L’altra soluzione è che le persone si siano completamente rimbambite e che meritiamo davvero l’estinzione. Sono moltissimi i casi di eventi tragici, come incidenti o situazioni che richiedevano una maggiore privacy e accortezza. Invece, no, senza ritegno gli avvenimenti sono stati pubblicati sul web che poi diventati virali.

Matteo, 20enne di Parma attaccato da uno squalo in Australia, posta il video poco dopo l’incidente

Matteo Mariotti è stato vittima di un attacco di squalo in Australia, perdendo una gamba. Dopo l’incidente, ha registrato e pubblicato su Instagram un video che mostra i momenti seguenti all’attacco dell’animale. Era proprio necessario? Pensate di essere attaccati da uno squalo, sanguinare ed essere in preda al panico e cosa fate? Recuperate il cellulare, e iniziate a fare la video cronaca di ciò che vi sta succedendo.

Guarda il video pubblicato da Matteo Mariotti dopo l’incidente

Credits by Tag24

Il messaggio di addio di Matteo Mariotti

Nel video, Mariotti ha espresso un messaggio emotivo: “Questo video è stato girato poco dopo l’ultimo morso. Volevo salutarvi, non pensavo di sopravvivere a quell’orribile mostro. Ho perso molto sangue e la gamba, non so se la dovranno amputare completamente o se rimarrà solo a metà, ma non importa più. Voi siete i miei eroi, mi state dando la forza di andare avanti con i vostri messaggi e le vostre chiamate. Il mio unico desiderio è rivedervi. Scusate se non riesco a rispondere, sono molto stanco e ho un forte mal di testa”.

L’attacco dello squalo subito da Matteo Mariotti

Mariotti ha poi narrato l’attacco: “Mentre camminavo nell’acqua, ho avvertito un terribile dolore al piede. In un istante, il dolore è salito lungo tutta la gamba, trascinandomi al largo con l’intento di divorarmi”. Successivamente, è riuscito a liberarsi e a chiedere aiuto all’amico Tommaso Agosti, un istruttore di subacquea, che lo ha portato a riva e ha chiamato i soccorsi. Agosti ha cercato di fermare l’emorragia stringendo la gamba ferita prima dell’arrivo dell’elicottero.

Subito dopo l’incidente, Tommaso Agosti ha inviato un messaggio al padre di Mariotti, Michele, rassicurandolo sulla vita del figlio. Michele Mariotti, intervistato dal ‘Corriere della Sera’, ha riferito: “Martedì volerò in Australia per abbracciare e sostenere Matteo. È stato coraggioso, è riuscito a mantenere la calma in una situazione del genere. Ha anche aperto la bocca dello squalo con le mani per liberarsi, ma è stato trascinato in acqua alta in pochi secondi. Non è stato solo un morso”.

Matteo Mariotti è stato sottoposto a un intervento chirurgico per amputare la gamba sinistra sotto il ginocchio e dovrà essere sottoposto a ulteriori operazioni in Australia, dove hanno esperienza in questo tipo di interventi dopo attacchi di squali. L’attacco è avvenuto sulla spiaggia 1770 nel Queensland, un’area con acque pericolose, specialmente dopo le piogge, che portano pesci in mare. L’animale coinvolto, lungo 5-6 metri, potrebbe essere stato uno squalo tigre o uno squalo bianco, soliti avvicinarsi alle foci dei fiumi per cibarsi di pesci nel tardo pomeriggio.

Il folle uso dei social network, sensibilizzazione o fanatismo?

L’uso dei social media, in particolare di piattaforme come Instagram, ha introdotto una nuova dinamica nel modo in cui le persone affrontano eventi tragici o drammatici della propria vita. La pubblicazione di video in momenti critici solleva domande riguardo al confine tra esibizionismo e vittimismo.

Da un lato, c’è la possibilità che alcune persone postino contenuti drammatici in cerca di attenzione o per generare coinvolgimento emotivo da parte degli altri, ricercando una sorta di compassione o solidarietà. Questo comportamento può essere considerato una forma di vittimismo, poiché la persona tende a enfatizzare la propria sofferenza per ottenere simpatia e attenzione.

Dall’altro lato, alcune persone potrebbero condividere tali esperienze tragiche con l’intento di sensibilizzare, informare o documentare l’accaduto. Questo potrebbe essere considerato un atto di consapevolezza o un tentativo di dare voce alle proprie difficoltà per favorire una maggiore consapevolezza sulle sfide che le persone affrontano nella vita di tutti i giorni.

In entrambi i casi, la condivisione di video o contenuti di eventi tragici su piattaforme come Instagram solleva interrogativi sull’etica della pubblicazione di situazioni personali intense. È importante considerare il contesto e il fine della condivisione: se si tratta di sensibilizzare o informare rispetto a un problema particolare o se è finalizzato solo a attirare l’attenzione.

Casi in Italia di vicende riprese con il cellulare e poi pubblicate

 1.⁠ ⁠Incidenti stradali: Alcuni individui hanno ripreso e condiviso sui social media video di incidenti stradali, suscitando discussioni sulla moralità e sulla necessità di documentare tali eventi.

 2.⁠ ⁠Emergenze in luoghi pubblici: Situazioni di emergenza o disagio in luoghi pubblici, come in ospedali o nelle stazioni, sono state documentate e condivise online, innescando dibattiti sul rispetto della privacy e sull’etica dell’utilizzo dei cellulari in situazioni delicate.

 3.⁠ ⁠Contesti di violenza: Video di situazioni violente o di conflitto sono stati ripresi e diffusi online, generando discussioni sull’opportunità di condividere tali contenuti e sulla loro diffusione senza rispettare il consenso delle persone coinvolte.

In generale, il fenomeno della registrazione e condivisione di eventi tragici attraverso dispositivi mobili e la loro successiva diffusione online solleva diverse questioni etiche e morali che spingono a riflettere sull’uso responsabile dei social media e sulla consapevolezza delle conseguenze della propria pubblicazione online.

Articolo precedenteESCLUSIVO: Nicolò Zaniolo e Soleil Sorge stanno insieme da più di un mese!
Articolo successivoTutta la verità sul ritorno di Ibrahimovic: sarà il nuovo allenatore rossonero?!?