Home CRONACA Pif & Salvini, minchiata per minchiata

Pif & Salvini, minchiata per minchiata

L’ordine del giorno al congresso dell’Associazione nazionale magistrati a Palermo è della massima serietà. Si dibatte di separazione delle carriere.

L’ordine del giorno al congresso dell’Associazione nazionale magistrati a Palermo è della massima serietà. Si dibatte di separazione delle carriere, cardine della riforma della Giustizia che il ministro Carlo Nordio considera urgente, mentre a quanto pare Giorgia Meloni preferirebbe aspettare il responso delle elezioni europee.

Tu vuo’ fa’ il provocatore

L’attore e regista Pif a sorpresa interviene al congresso con una fortissima provocazione: «Se ci fossero microspie nell’ufficio di Salvini, non ci sarebbero reati. Ne sono convinto. Lui non sarebbe neppure indagato perché in Italia non esiste il reato di “sparare minchiate”. Se si introducesse Salvini andrebbe al 41 bis».

Tenta di parodiare la “sparata” del vicepremier dopo gli arresti domiciliari per Giovanni Toti: «Io vorrei sapere se ci fossero microspie negli uffici di qualche magistrato per quanto tempo continuerebbe a fare il magistrato».

All’uscita, Pif poi incontra il leader del M5S Giuseppe Conte: «Dopo il mio intervento credo che non farò un programma in Rai neanche per sbaglio…», gli dice. Conte sta al gioco: «Facciamo un appello pubblico».

Pif insiste sperando di essere spiritoso: «Matteo non ti incazzare, si faceva per scherzare». Conte fa eco: «Non essere permaloso». Pif ammicca: «Se mi dovesse querelare ho anche l’avvocato, perché è l’avvocato del popolo…».

Alla fine, Pif batte Salvini su chi spara la minchiata più grossa: «In questo momento tutti quelli che stanno al governo si sentono che possono fare quello che vogliono. C’è arroganza: vanno dritti per la loro strada. Da quando è morto Mussolini aspettano questo momento. In Rai stanno facendo cose che neanche Berlusconi ha fatto».

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