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Gli Usa pronti a bannare TikTok: ma poi la gente dovrà trovarsi un lavoro vero?

La Camera ha approvato una legge che impone all’azienda cinese ByteDance di vendere l'app oppure quest'ultima sarà vietata in tutti gli Usa

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TikTok ha troppi dipendenti in America

TikTok sempre più a rischio in America. La Camera Usa ha approvato un provvedimento sulla sicurezza nazionale che prevede il potenziale bando del social cinese. Adesso la gente dovrà trovarsi un lavoro vero? Come faranno i TikToker a pagare gli affitti delle ville a Beverly Hills? È un bel problema.

ByteDance, la holding cinese che la controlla, ha sei mesi di tempo per vendere la piattaforma a capitali occidentali. L’app, conosciuta in Cina con il nome di Douyin, negli anni – è stata creata nel 2016 per essere poi unificata alla già lanciata Musical.ly nel 2017 – è cresciuta di popolarità in modo verticale, arrivando a totalizzare più di un miliardo di utenti attivi ogni mese, con gli Stati Uniti in prima fila come numero di utenti (a marzo dell’anno scorso, TikTok festeggiò i 150 milioni di utenti al mese).

Quasi fin dagli inizi però, il marchio di proprietà cinese ha dovuto affrontare dubbi occidentali sulla sicurezza del trattamento dei dati degli utenti e sui suoi legami con il governo di Pechino. Bytedance, proprio quando pensava di essere uscita dal mirino dei politici di Washington, visto che Joe Biden la sta usando per la sua campagna elettorale e che adesso Donald Trump ce l’ha più con Facebook, si è invece ritrovata al centro del dibattito politico delle Presidenziali.

Fino ad arrivare al voto di oggi. Che la società, tramite le parole di un portavoce, ha commentato così: «Questo processo è stato condotto in segreto e il disegno di legge è stato portato avanti per un’unica ragione: bannare TikTok. Ci auspichiamo che il Senato consideri i fatti, ascolti i propri elettori e comprenda l’impatto sull’economia, sulle 7 milioni di piccole imprese e sui 170 milioni di americani che utilizzano la nostra piattaforma».

Cosa succederà ora negli Stati Uniti?

Con l’approvazione della legge, ora Bytedance avrà sei mesi di tempo per vendere TikTok a un capitale occidentale. Oppure la conseguenza sarà l’inibizione dell’accesso all’app su tutto il territorio americano. Così come succede in India fin dal 2020. Perché il divieto possa però essere un successo, la strada può non essere così semplice.

Il Governo americano dovrebbe ordinare ad Apple e Google di eliminare l’app dai rispettivi store statunitensi. In questo modo sarebbe impossibile scaricare TikTok, ma chi ha già l’app installata sul telefono potrebbe continuare ad usarla, ma non aggiornarla. Ci sono però diversi metodi per aggirare questo blocco, cambiando per esempio la regionalità dello store, oppure per gli utenti Android semplicemente utilizzare «negozi» alternativi o scaricare l’app direttamente da browser. L’unico modo per ottenere un blocco effettivo e definitivo sarebbe quello di concertare con le due big tech degli smartphone, appunto Apple e Google, l’invio sui telefoni di continui aggiornamenti che di fatto impediscano in modo specifico il funzionamento dell’app. 

Musk fa il solito filosofico

Vietare TikTok “violerebbe la libertà di espressione” di 170 milioni di americani. E’ la reazione della piattaforma al voto alla Camera Usa. A difesa del social si è levato anche Elon Musk, appellandosi alla “libertà di espressione”, facendo un po’ il filosofo della situazione.


“Secondo me TikTok non dovrebbe essere bandito negli Stati Uniti, anche se un simile divieto potrebbe avvantaggiare la piattaforma X”, ha detto il miliardario. “Questo andrebbe contro libertà di parola e di espressione. Questo non è ciò che l’America rappresenta”, ha aggiunto.

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Un ragazzaccio appassionato di sport, cultura e tutto ciò che è assorbibile. Stanco della notizia passiva classica dei giornali e intollerante all'ipocrisia e al perbenismo di cui questo paese trabocca. Amante della libertà e diritto della parola, che sta venendo stuprata da coloro che la lingua nemmeno conoscono. Contrario alla censura e alla violenza, fatta qualche piccola eccezione. Ossessionato dall'informazione per paura di essere fregato, affamato di successo perché solo i vincitori scriveranno la storia.