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L’editto bulgaro di Michele Santoro

Con un tempismo perfetto, Michele Santoro per il lancio del suo movimento “Pace terra dignità” ottiene la visibilità che gli preme, evocando la buonanima di Silvio Berlusconi.

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Con un tempismo perfetto, Michele Santoro per il lancio del suo movimento “Pace terra dignità” ottiene la visibilità che gli preme, evocando la buonanima di Silvio Berlusconi. Un biglietto da visita, o forse un “pizzino”, di un certo valore per le Europee, che potrebbe favorirgli un seggio a Strasburgo.

Una telefonata allunga la vita

Il giornalista, intervistato da Peter Gomez a La confessione su Rai3, racconta una telefonata del Cavaliere pochi mesi prima della scomparsa. Preoccupato per la guerra in Ucraina, l’ex premier contattò Santoro grazie alla mediazione di Vittorio Sgarbi, o almeno così sostiene l’ex conduttore di Annozero.

Nel colloquio, Santoro avrebbe ricevuto l’offerta di tornare a Mediaset, dove aveva diretto la testata Moby Dick dal 1996 al 1999.

Gestione «assurda»

«Berlusconi», sostiene Michele Santoro, «mi propose di andare a fare a Mediaset quattro o cinque puntate sulla guerra, perché lui ne era molto impressionato. Giudicava il governo in carica inadeguato». La gestione della crisi in Ucraina, secondo il fondatore di Mediaset, era «assurda». Ricordiamo che l’esecutivo, al momento della conversazione, era già guidato da Giorgia Meloni.

«Non è il momento»

Michele Santoro si sarebbe limitato a rispondergli: «Non è il momento». Probabilmente ancora troppo offeso da quello che fu definito “editto bulgaro”, l’allontanamento dalla Rai di Enzo Biagi, Daniele Luttazzi e lo stesso Santoro, imposto dall’allora presidente del Consiglio e leader di Forza Italia dopo le sue dichiarazioni del 18 aprile 2022.

Nella trasmissione di Rai3, si è poi lamentato del trattamento della Rai, intonando un crucifige contro un ente che pure in quel momento gli stava dando voce.

«Un autore proibito»

«Io sono abituato al fatto che la Rai dimentichi il mio contributo nel corso degli anni», ha detto Santoro. «Però io lo vivo come un fatto di gioventù, perché mi sento un autore proibito, ancora oggi». Eeeee la Madooonnnaaaa!


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