Home CRONACA È SOLO UN RAGAZZINO, NON È POZZOLO: uno studente in Senato mima...

È SOLO UN RAGAZZINO, NON È POZZOLO: uno studente in Senato mima il gesto della P38, il governo si scandalizza per una bravata

In Senato uno studente ha fatto il gesto della pistola contro la Premier. Dall'istituto è stata poi inviata una lettere di scuse

453

Dopo che il presidente Ignazio La Russa aveva salutato gli allievi del liceo Righi di Roma, è successo l’episodio che il governo ha definito “senza precedenti”. Il gesto è stato interrotto dall’intervento di una docente. Successivamente, sono intervenuti anche gli assistenti parlamentari. “Ringrazio i colleghi per la solidarietà”, ha commentato la presidente del Consiglio. “Mi colpisce – ha aggiunto – che un gesto del genere venga fatto nel giorno in cui ricorre l’anniversario dell’omicidio di Marco Biagi”. Dall’istituto è stata poi inviata una lettere di scuse.

Dagli anni di piombo agli anni della Trap

Il ragazzo, minorenne e seduto in prima fila, si è poi scusato di quel gesto che evoca gli anni terribili di piombo (era la P38 mimata nei cortei) e che ora vive nei video dei trapper che giocano a fare i boss. L’indignazione politica non è tardata come la reazione della scuola. “Assumeremo un provvedimento disciplinare” nei confronti del ragazzo, ha fatto sapere la preside del liceo Righi, Cinzia Giacomobono. “Ci dispiace, chiediamo scusa, nessuno se l’aspettava”, ha aggiunto la dirigente scolastica. Della questione si è subito occupato il questore anziano, Gaetano Nastri (FdI), che dopo l’accaduto ha incontrato la professoressa: la docente ha stigmatizzato il comportamento e il protagonista. Un gesto inappropriato, ha poi minimizzato Nastri.

Dall’istituto e dallo studente arrivano le scuse, ma fino a una certa 

Una lettera di scuse è arrivata in serata al presidente del Senato, Ignazio La Russa, dal liceo rivolta alla premier Giorgia Meloni e anche al questore anziano Gaetano Nastri. La preside dell’istituto si è scusata per il comportamento dello studente. A quanto si apprende da fonti parlamentari, il presidente ha apprezzato la missiva e le scuse.

Si scusa, ma solo fino a un certo punto, anche lo studente colpevole in prima persona della “tragedia” esaltata all’ennesima potenza dallo Stato: “Questo non è un governo di santi e di bravi. E in Aula c’erano anche altri politici che in passato non hanno certo fatto il bene di studenti e cittadini”, sostiene in una lunga intervista rilasciata a Repubblica. Il ragazzo, che si definisce “antifascista”, smentisce di avere mirato l’arma immaginaria nei confronti del presidente del Consiglio: “Era verso l’alto. Le immagini e la prospettiva possono ingannare. Non ce l’ho con lei in particolare”.

Siamo o non siamo in democrazia?

Dopo quel gesto è scoppiato il caos, tra polemiche immediata esplose dentro Palazzo Madama e le prese di distanza da parte della preside del liceo… ma mica è il pistolero Pozzolo, deputato che la notte di Capodanno ha sparato un colpo di pistola  ferendo un uomo di 31 anni. Col senno di poi, il ragazzo non commetterebbe nuovamente quel gesto: “È stata una cavolata e lo riconosco. Non volevo minacciare nessuno”. Si tratterebbe di una mossa “che ha radici precise di lotta, ma oggi non ha un connotato violento come invece poteva averlo in passato”. Allo stesso tempo, però, non intende pentirsi in generale “di avere espresso il mio dissenso nei confronti di questo governo e di questa classe politica, avrei potuto farlo col pugno alzato e forse questo casino non sarebbe successo”.

La lettera dello studente chiuderà così: “Con cari saluti antifascisti”

Presto arriverà anche una sua lettera di scuse alle istituzioni e, in particolare, alla premier: “Ma, ripeto, non per arretrare sul dissenso, perché non cambio idea. Ma solo per il gesto in sé, che arriva dalla storia di Autonomia Operaia”. Alla domanda della giornalista che gli chiede qual è il contenuto di questa lettera, lo studente preferisce non rispondere per ora perché non l’ha ancora inviata. La sintesi rimane che si scuserà con i presenti per il suo gesto, “che non voleva essere di minaccia o un richiamo alla violenza e riconosco che si è trattato di un gesto sbagliato per esprimere dissenso nei confronti dei presenti”. Un personale disaccordo che riguarderebbe tutti: destra e sinistra. Che però verrà chiuso a modo suo, “per ricordare che non siamo dalla stessa parte”. Ovvero? “Con cari saluti antifascisti”.

La Russa vuole essere “light”

Poco prima, il presidente del Senato Ignazio La Russa, alla ripresa dell’Aula per la discussione generale sulle comunicazioni della premier, aveva fatto cenno all’episodio: “Mi corre l’obbligo di segnalare un gesto non proprio elegante, voglio essere light, avvenuto mentre salutavo gli studenti di una scuola di Roma: da parte di uno studente ci sono state due dita e il pollice alzato verso la premier immediatamente represso da una delle insegnanti che mi piace qui segnalare per condannarlo nella maniera più decisiva, anche se si tratta di un ragazzino”.

“Clima di odio innescato nelle scuole e nelle piazze dalle sinistre”

 Il senatore di Fratelli d’Italia, Raffaele Speranzon, vicepresidente vicario FdI a Palazzo Madama ha parlato di “gesto insano” che va condannato da tutti i gruppi politici. Si è trattato di un “gesto di cattivo gusto e segno di disprezzo verso le istituzioni” per la senatrice di FI Licia Ronzulli, che ha ringraziato l’insegnante dello studente per “essere prontamente intervenuta”. Per Giulia Cosenza (FdI) preoccupante è il “clima di odio e di tensione innescato nelle scuole e nelle piazze dalle sinistre”.

Articolo precedentePioltello, la scuola, il Ramadan: «Questa è l’Italia del futuro»
Articolo successivoBari a rischio commissariamento per mafia
Avatar photo
Un ragazzaccio appassionato di sport, cultura e tutto ciò che è assorbibile. Stanco della notizia passiva classica dei giornali e intollerante all'ipocrisia e al perbenismo di cui questo paese trabocca. Amante della libertà e diritto della parola, che sta venendo stuprata da coloro che la lingua nemmeno conoscono. Contrario alla censura e alla violenza, fatta qualche piccola eccezione. Ossessionato dall'informazione per paura di essere fregato, affamato di successo perché solo i vincitori scriveranno la storia.