Home CRONACA Il processo a Ciro Grillo e ai suoi tre amici: una brutta...

Il processo a Ciro Grillo e ai suoi tre amici: una brutta storia italiana.

Nella Divina Commedia, Ulisse pronuncia una frase memorabile: “Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza”. Il processo per presunto stupro a Ciro Grillo e ai tre suoi amici volge al pronunciamento della sentenza di primo grado; virtù e conoscenza non sono entrate nelle ultime udienze “a porte chiuse”, che secondo Filippo Facci non era legittimo dare in pasto alla carta stampata.

Nella Divina Commedia, Ulisse pronuncia una frase memorabile: “Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza”. Il processo per presunto stupro a Ciro Grillo e ai tre suoi amici volge al pronunciamento della sentenza di primo grado.

L’udienza

Virtù e conoscenza non sono entrate nelle ultime udienze “a porte chiuse”, che secondo Filippo Facci non era legittimo dare in pasto alla carta stampata. Serpeggia in questo dibattimento un’obliqua inclinazione a tutelare il principio di innocenza per i maschi ma non per le femmine. Secondo l’avvocato difensore di Silvia (nome falso dato alla presunta vittima di stupro per tutelarne la privacy), l’agguerrita Giulia Bongiorno: “le sono state fatte oltre 1400 domande nel corso delle quattro udienze. Alcune delle quali molto intime”.

I video

In tribunale sono stati proiettati spezzoni di video che, a parere dei difensori dei quattro ragazzi “potrebbero dimostrare che la giovane era consenziente ai rapporti sessuali”. “Lei non ne ha mai voluto sapere niente”, precisa la Bongiorno. Silvia ha lasciato l’aula al momento della proiezione. Nell’udienza del 31 gennaio, si è svolto il contro esame da parte prima dell’avvocato Gennaro Velle, difensore di Francesco Corsiglia, e poi dall’avvocato Alessandro Vaccaro, legale di Vittorio Lauria, due degli amici di Ciro Grillo. Secondo i difensori, la ragazza si sarebbe contraddetta più volte durante la deposizione ed è stato necessario fare diverse pause. “Ho visto tutto nero, il mio corpo non rispondeva“, ha tentato di difendersi Silvia rispondendo alle contestazioni che le venivano fatte. “Non abbiamo trovato una vittima assolutamente provata“, annuncia Vaccaro a fine udienza. “C’è stato solo un momento di commozione quando gli ho fatto alcune contestazioni rispetto alle sue parole, che chiaramente l’hanno colpita. La giornata è andata abbastanza liscia. Il mio bilancio è assolutamente positivo”.

Una matassa difficile da districare

Open, il giornale fondato da Enrico Mentana, dà altri dettagli di questo dibattimento. “Quando l’ha presa per i capelli ha usato una mano o tutte e due? I pantaloncini erano elasticizzati? Come hanno fatto a sfilarle gli slip e i pantaloni insieme? Ti reggevi con le mani oppure utilizzavi le mani per fare altro?”. Sono solo quattro delle 1.400 domande fatte a Silvia. “Nei video non si vede il sesso orale praticato a Lauria, ma quello con Capitta e Grillo. Quest’ultimo è l’unico che appoggia le mani sulla testa della giovane durante la fellatio e pronuncia la frase che in qualche modo evocherebbe quella riportata nel verbale: “Dopo trombo io’”. Le difese dei giovanotti “hanno anche depositato una rivista di moda sulla cui copertina compare la presunta vittima con indosso una succinta tutina a rete da mistress, con piccoli intarsi di pelle e borchie. Un’immagine che il sito di modelle per cui lavorava ha usato anche per farle gli auguri di buon compleanno.

Il servizio fotografico

L’intero servizio, di una ventina di pagine, contiene scatti che la ritraggono in miniabiti e biancheria (compreso un body fatto di piccole strisce di tessuto) che lasciano molto poco spazio alla fantasia. Per le difese tale attività da mannequin, dovrebbe dimostrare che, almeno per un periodo, dopo il presunto stupro, la giovane avrebbe continuato a fare una vita normale”. Interviene Filippo Facci su Il Giornale: “Non si tratta, adesso, di moraleggiare o tirare in ballo i fantasmi della ‘vittimizzazione secondaria’, ciò che sposterebbe l’attenzione dai presunti aggressori alla presunta vittima: ce ne guardiamo bene, anche perché sappiamo bene che le mitomanie, le denunce tardive, gli abiti indossati, l’abbondante alcol consumato e le abitudini sessuali fanno comunque parte di una matassa che resterà, per il giudice, difficilissima da districare”. Appunto. Qualunque sentenza non renderà piena giustizia. Resterà il sapore amaro in bocca e l’incredulità. Una brutta storia italiana.

Articolo precedenteUn altro italiano detenuto all’estero da 9 mesi: Filippo Mosca
Articolo successivoAntonino Spinalbese paparazzato con Ainhoa Foti Rodriguez: il cognome è sempre quello (LE FOTO ESCLUSIVE)