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AI “guardona”: multato il comune di Trento per aver spiato i cittadini con telecamere e sui social

Era il 1975 ed Eugenio Finardi, nel suo album Sugo cantava: La C.I.A. ci spia e non vuole più andare via / la C.I.A. ci spia sotto gli occhi della polizia. Un disco seminale per quegli anni di contestazione, dove si cominciava a prendere coscienza, acquisendo sempre più consapevolezza della realtà circostante e dei meccanismi del potere sull’individuo.

Un rischio concreto per la libertà di tutti

Sono trascorsi un sacco di anni da quel periodo ma siamo ancora sotto controllo. anche se chi lo fa non è più (si spera) l’Agenzia di Intelligenza Centrale ma quella… Artificiale! Il Comune di Trento dovrà infatti pagare una multa salata – 50.000 euro tondi tondi – per aver utilizzato l’intelligenza artificiale in modo improprio. Ovvero violando la privacy dei cittadini, tenendolo d’occhio in maniera costante. Il caso risulta essere sintomatico di come l’uso scorretto dell’AI può diventare pericolo sulla popolazione e la sua sicurezza.

L’AI al servizio del controllo dell’individuo

Il Garante per la protezione dei dati personali ha giustamente ritenuto di sanzionare il modo in cui i progetti di ricerca Marvel e Protector a cui il Comune di Trento partecipa trattano i dati personali dei cittadini. Un progetto finanziato dall’Unione Europea per il riconoscimento di scene audiovisive ed il rilevamento di eventi in un contesto di città intelligente. Raccogliendo e analizzando dati personali da materiale audiovisivo multimodale in streaming attraverso l’uso dell’AI. Una raccolta di dati registrati dalle telecamere di videosorveglianza e dell’audio ottenuti da microfoni strategicamente posizionati nelle strade della città. Successivamente analizzati utilizzando l’AI per rilevare in modo automatizzato eventi di rischio per la pubblica sicurezza.

Siamo tutti tenuti d’cchio?!?


Telecamere di sorveglianza, siti web e social network con il supporto dell’intelligenza artificiale… tutto veniva passato al setaccio. Entrando in modo invasivo nel privato degli ignari cittadini. L’analisi di messaggi e commenti sui social network per estrarre eventuali informazioni di interesse per le forze dell’ordine non garantisce assolutamente un possibile uso improprio della stessa: chi ci garantisce che non veniamo ascoltati e catalogati per le nostre idee e per il nostro credo politico?!?

Che futuro ci aspetta con l’AI

Il Comune di Trento, nel comunicato il Garante, viene così dipinto: “non ha comprovato la sussistenza di alcun quadro giuridico idoneo a giustificare i trattamenti dei dati personali” (tra l’altro condivisi con soggetti terzi). Violando oltretutto i diritti e la libertà delle persone. Una invasiva modalità di trattamento dei dati, che mette in serio rischio i diritti e le libertà degli interessati, anche dal punto di vista costituzionale. Occhio che, con la scusa dell’ordine pubblico, il futuro che ci aspetta – quello personale – sarà sempre più a rischio…

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