Home CRONACA Assassino incastrato per colpa di un selfie

Assassino incastrato per colpa di un selfie

A Como e in generale in Italia succede anche questo: l’assassino che si fa un selfie con la vittima prima di ucciderla.

Cosa ha combinato l’assassino

La vittima si chiama Manuel Millefanti e ha 43 anni. Era in casa di Luca De Bonis, dieci anni meno di lui e con precedenti per droga e altri reati. La vittima è stata trovata in un lago di sangue nel comasco. L’assassino, Luca, ha tentato in tutti i modi di negare di essere stato lui a ucciderlo, ma qualcosa lo ha tradito. Chissà in quanto si sarebbe risolto questo caso in tempi privi di tecnologia. A incastrarlo, infatti, è stato un selfie scattato con la vittima poco prima del fattaccio.

In questa foto scura, c’è un tavolo con su delle bottiglie di superalcolici e in un’altra foto ci sarebbero, invece, bottiglie di vino. Quelle bottiglie resteranno vuote, perchè i due le berranno tutte notte tra domenica e lunedì. Secondo le indagini Millefanti e de Bonis avrebbero fatto anche il uso di droga. Nello specifico, sembra che fossero eroina e cocaina.

L’omicidio

Dopo aver bevuto ed essersi presumibilmente drogati, verso le 4 e mezza di notte circa sarebbe scoppiata una lite, che avrebbe portato alla morte del quarantatreenne. Le parole dell’assassino sono: “Mi ha dato una sberla, ho avuto paura, mi sono difeso”. Mentre la vittima, Millefanti, prima di morire avrebbe provato a salvarsi la vita chiamando sia il pronto soccorso che la madre. A quest’ultima avrebbe detto “Mamma aiutami, mi hanno accoltellato”. Purtroppo questi tentativi sono stati vani, perchè è poi morto a causa di una coltellata al torace. L’assassino è poi scappato, ma è stato rintracciato tramite il cellulare.

La confessione

Dopo vari tentativi di negare, arriva la confessione. Sarebbe, infatti, crollato ammettendo i fatti e mettendosi a disposizione dei ai carabinieri, dando indicazioni per trovare il coltello. È proprio questa l’arma usata per uccidere l’amico. È stato fermato come indiziato di delitto e portato in carcere al Bassone.

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