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INTERVISTA A FEDERICO PALMAROLI, AUTORE E FONDATORE DELLA PAGINA “LE PIU’BELLE FRASI DI OSHO”

Non prenderei mai in giro una persona deceduta. Tra i personaggi pubblici avrei un riguardo particolare sul presidente Mattarella e sul Papa. Generalmente non mi faccio problemi proprio per il discorso che facevamo prima, mai si potrebbero offendere per qualche battuta fatta da me, nemmeno da una parolaccia e alla fine le parolacce le diciamo tutti, le dicono pure loro sicuramente…

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Il romano Federico Palmaroli è l’ideatore e curatore della pagina social «Le più belle frasi di Osho», una pagina che, aperta per gioco, è diventata un fenomeno. Ha iniziato parafrasando Osho (Osho Rajneesh, il mistico indiano morto nel ’90) e facendo satira sulla politica: ha introdotto con la sua pagina Instagram una satira politica e sociale, un attacco alla banalità e al politicamente corretto e a una moralità costruita in modo artificiale, che non consente più di esprimersi liberamente, anche in termini di satira come invece era prima. In questi giorni sta presentando il suo libro intitolato “Er pugno se fa co la destra o co la sinistra”, è un diario visuale che ripercorre, con la sua comicità fulminante, gli eventi principali di cronaca e politica del 2023.

D: Federico ti gratifica questa cosa di far divertire le persone con questi “meme”, il termine è forse riduttivo, ma si possono considerare come le “nuove vignette”, le tue? R. Mi galvanizza far ridere le persone e quando uno fa battute, anche se non le fa in modo “professionale”, ci tiene che qualcuno rida e si diverta. Non sono uno di quelli che dice “basta che piaccia a me e del pubblico non mi importa”, perché le persone sono il mio termometro, senza il loro apprezzamento non avrei nemmeno la motivazione per continuare. Diventa indispensabile il gradimento sui social e fuori da essi, il consenso mi stimola, mi alimenta in modo continuo, se non avessi il riscontro immediato sui social, mi abbatterei e verrebbe meno la mia nota ironica.

D: Hai saputo mantenere un certo livello e crearti un tuo spazio, fortemente identitario.

Sì per ora mantengo questo livello, il termine vignetta nasce con le vignette disegnate, non come le faccio io, però posso dire che questa sia una evoluzione perché il termine meme non mi piace, però le considero come vignette perché alla fine il meccanismo è praticamente lo stesso. Per esempio utilizziamo uno strumento che è il telefono e lo era anche quando era a gettoni, ora lo definiamo smartphone.

D: Le tue vignette sono sempre trasversali. Secondo te in politica chi è più autoironico nell’accogliere questa auto-propagazione, a destra o a sinistra?

A sinistra devo riconoscere che siano molto autoironici, forse perchè con la satira hanno sempre avuto a che fare, avendo avuto molte più esperienze governative, sono abituati ai meccanismi che ne derivano ( la satira, la critica e tutto il resto). A destra si devono ancora abituare alle conseguenza dell’essere al Governo e quindi anche alla satira, devono fare esperienza. A sinistra accettano persino la satira feroce e pungente, la mia satira poi ancora di più, perchè non è tendenzialmente perfida.

D: La tua satira non è volgare nè maleducata, il tuo successo credo sia legato anche a questo, rimani su una ironia leggera, se vuoi con accenni semplici ma divertente perchè d’altra parte il linguaggio romanesco si fa capire da tutti, non punti (solo) agli intellettuali.

Sì infatti non ho mai avuto problemi con nessuno, nè a destra né a sinistra, anche con i personaggi più contrapposti a me, non ho mai avuto problemi. Non offendere fondamentalmente mai nessuno ripaga in termini di gradimento e apprezzamento.

D: Sei appassionato di futurismo, che forse è stata la vera avanguardia italiana forse anche l’ultima, secondo te è un movimento conosciuto e apprezzato?

Negli ultimi anni è diventato più conosciuto, si conosce però soprattutto l’arte futurista, la pittura futurista questo sicuramente sì, diciamo che tanti altri aspetti del futurismo che sono parimenti affascinanti, tipo la letteratura di Marinetti (in due parole le libertà). Tutte queste innovazioni erano avanguardia pura, il teatro futurista, la musica futurista e la pittura che è stata la più conosciuta. Però ci sono altre esperienze importanti che si conoscono di meno, la letteratura in particolare. Ho fatto il liceo classico e ricordo che a scuola si studiava l’arte futurista e la letteratura di Marinetti che comunque ha introdotto questo genere del verbo “all’infinito”, le parole libertà e comunque era un’esperienza interessante e nuova. Il futurismo si è sviluppato in contemporanea al regime fascista e ne ha assorbito anche degli aspetti ed è stato un pò identificato con quello, quindi un pò tralasciato dallo studio a scuola. L’arte si è diffusa di più, per esempio negli Stati Uniti l’arte futurista con la pittura futurista è stata apprezzata e molte opere meravigliose si trovano esposte lì.

D: Su chi non faresti mai un meme? su quale persona? chi non prenderesti mai in giro?

Non prenderei mai in giro una persona deceduta. Tra i personaggi pubblici avrei un riguardo particolare sul presidente Mattarella e sul Papa. Generalmente non mi faccio problemi proprio per il discorso che facevamo prima, mai si potrebbero offendere per qualche battuta fatta da me, nemmeno da una parolaccia e alla fine le parolacce le diciamo tutti, le dicono pure loro sicuramente…

D: Per essere divertenti bisogna essere molto sapienti ma anche un pò malinconici, ti ritrovi in questa definizione?

Io sono sicuramente malinconico e non so se la mia verve umoristica derivi anche da questo, di certo c’ è un passaggio, c’è un osmosi sicuramente tra tristezza, drammi personali e anche capacità di metabolizzare quei drammi, facendo poi una sorta di connubio e ritrovarci una vena creativa-ironica. Sicuramente sono esperienze che possono essere anche vicine, però di certo poi la malinconia non la puoi mascherare, lo capisci dallo sguardo se sia triste e malinconico.

D:Le persone intelligenti sono anche malinconiche, vuol dire avere anche una consapevolezza un pò più profonda.

Certo, non è che uno possa fare il giullare, quindi per forza bisogna addentrarsi di più dentro se stessi, sicuramente aiuta, diventa una catarsi, una sorta di rielaborazione per cui uno assume poi un atteggiamento allegro. Diventa un modo per cercare di non fare apparire alcuni aspetti di noi stessi e allora di conseguenza cerchi di sembrare più simpatico, brillante per cercare di nascondere sempre più a fondo quell’aspetto di tristezza. Tutti noi abbiamo qualche strumento di inganno con gli altri perchè comunque si devono usare degli strumenti che diventano meccanismi di difesa per tutelarsi, diventa fondamentale.

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"Medico di famiglia, medico estetico, consulente in sessuologia clinica e giornalista pubblicista. Ha frequentato un master in Beauty&Wellness alla Business School del Sole24Ore, a cui è seguito il diploma alla FISS di Roma. Nel 2019 si è diplomata con un master in Lobbying nelle Relazioni Internazionali alla SIOI a Roma. Collabora con IlGiornale.it per la sezione salute, con L’Identità e con la rivista La Critica. È stata ospite, in diverse occasioni, a Tg4 e a TgCom24 per Mediaset e a Radio24 per la Zanzara. Lavora a Parma, “salotto d’Italia”, e a Roma. Si occupa delle persone in tutte le loro sfaccettature. Le ascolta, le consiglia, le rimprovera, le valorizza."