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Parla la escort di Pellegrini: “Lui una brava persona? Non lo è! Mi ha reso la vita impossibile”.

Ecco il testo integrale dell'intervista che Fabrizio Corona ha fatto a Alina, la escort rumena che ha denunciato per stalking il capitano della Roma Lorenzo pellegrini. Una testimonianza preziosa - ovviamente per sua stessa natura di parte - per capire i motivi che hanno portato alle cinque segnalazioni da Codice Rosso

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Parla la escort di Pellegrini
Parla la escort di Pellegrini

Parla la escort di Pellegrini. E in una lunga intervista rilasciata a Fabrizio Corona racconta perché ha deciso di denunciare per stalking il capitano della Roma. Noi riportiamo la trascrizione della sua intervista come documento fondamentale di questa brutta storia, senza prendere le parti di nessuno e come pura cronaca. Alina G. sa di essere registrata e si prende integralmente la responsabilità di quello che dice.

F: Quanti anni hai?
A: 24.
F: La tua foto, la modifichiamo e lasciamo il corpo, va bene?
A: Certo, l’importante che non si veda il viso.
F: Noi abbiamo parlato con il tuo avvocato, Sei sicura di essere dalla parte della ragione?
A: Si.
F: Abbiamo verificato l’esistenza delle denunce. Stai accusando un calciatore emblema della Roma, sposato e con figli… Un bravo ragazzo che va a escort?
A: Non è un bravo ragazzo, ho 4 denunce per dimostrare che non lo è.
F: Perché non lo è? Lo hai frequentato per molto?
A: Da metà gennaio 2023 fino a luglio 2023.
F: Come ti ha contattato? Tramite amici o tramite qualche sito di Escort?
A: Ha avuto il mio numero da qualcuno che mi conosce, il classico passaparola.
F: Sapevi chi era? Ti ha chiesto “ciao sei libera”, chiedendoti giorno e prezzo?
A: No, non abbiamo parlato di prezzo al telefono. Mi ha chiamata e ha preso appuntamento.

Lo ricevevo nelle case che affittavo su Booking a Roma

F: Dove lo hai ricevuto, in una casa?
A: Si, la casa è in zona Prati, ma non è sempre la stessa. Non ho una casa fissa a Roma. Utilizzo diversi appartamenti che trovo su Booking e affitto la giornata. A seconda di quanto sto a Roma.
F: Qual è il tuo prezzo?
A: Per l’ora 400/500 euro a salire. Non c’è un limite, pero la partenza è questa.
F: Lui ti ha chiesto un incontro normale?
A: Si, non mi sembrava un tipo pratico.
F: Hai avuto l’impressione che fosse la prima volta? Con una prostituta intendo…
A: Lui ha detto di sì. Non con me… ma in generale.
F: Ti ha pagata?
A: Si.
F: Vi siete scambiati i numeri?
A: Si, quello ce lo aveva già. Mi ha chiesto come mi chiamavo… Ha visto l’annuncio, aveva visto le foto e mi aveva detto di aver visto l’annuncio. Ma oltre quello non sapeva grosse cose su di me.
F: Siete andati avanti a frequentarvi?
A: Beh per un po’ si, fino a luglio.
F: Hai capito chi avevi davanti?
A: Non subito, io di calcio non me ne intendo.
F: Poi ti ha chiamato una seconda volta? Quando hai capito chi era? Dopo quanto tempo?
A: Non mi ricordo, non sapevo chi fosse, ma piano piano ho fatto due più due Pensavo fosse un cliente
qualsiasi. Non pensavo che saremmo arrivati qui.
F: Ma ti ha chiamata dopo quanto, un mese? Perché l’arco temporale è importante…
A: Lui mi chiamava sempre più frequentemente, ogni volta che venivo a Roma lo vedevo. Per i primi tre mesi quindi da gennaio a marzo, due volte al mese. Poi con arrivo della primavera venivo a Roma sempre meno, arrivano i turisti mi occupano tutte le case.

Parla la escort di Pellegrini: vivo a Parma

F: Vivi in Romania?
A: No vivo in Italia, vivo a Parma.
F: Cosa è successo poi con Pellegrini? Quando la frequentazione si è fatta più assidua?
A: Conoscendoci piano siamo diventati amici.
F: Quando hai scoperto che era lui? Ti ha fatto effetto?
A: Sì era un bel ragazzo, naturalmente mi faceva effetto. Anche se non avevo ben chiaro quanto fosse famoso.
F: Gli chiedevi i soldi tutte le volte?
A: Sì certo, per me era lavoro. Erano incontri di lavoro. Come per tutti gli altri.
F: Lui ti faceva dei regali?
A: No, mai!
F: Come si è passati da incontri di lavoro a passione?
A: La base è sempre stata il lavoro. Anche se a volte non facevamo niente, mi pagava il tempo che passavo con lui. A volte non riuscivamo nemmeno a vederci e capitava che mi desse degli anticipi, dicendomi che sarebbe passato il giorno dopo per vederci. Ogni tanto mi chiedeva di aspettarlo, di mantenermi libera, di non prendermi altri appuntamenti e mi pagava tutta la giornata. Anche se non sempre riusciva a venire e a liberarsi e quindi non ci incontravamo.
F: Quante volte lo hai visto?
A: Sono stati sette mesi. Non so quanti incontri abbiamo fatto, ma un bel po’. Ci siamo visti tante volte…,

Mi pagava anche per restare ad aspettarlo

F: Ma visto che ti pagava per non andare con gli altri, non ti è venuto il dubbio che si fosse innamorato?
A: No, non mi ha mai detto direttamente di essersi innamorato.
F: Come ti pagava?
A: All’inizio in contanti e poi, visto che mi bloccava le giornate e le somme erano diventate più importanti, ha iniziato a farmi i bonifici sull’iban di una postpay.
F: Come si arriva alla rottura? Quale è stato il passaggio che ha chiuso la storia?
A: Era diventato ossessivo nei miei confronti. Mi faceva paura il fatto che sapesse delle cose della mia famiglia che non avevo mai detto a nessuno, non vado a raccontare i fatti miei ai miei clienti. Era chiaro che si stava informando su di me…
F: C’era qualche altra persona speciale nella tua vita? Magari lui era diventato geloso?
A: Piano piano è diventato ossessivo nei miei confronti, era molto geloso e una sera mi ha raccontato cose riguardanti me, private, che non avevo mai detto a nessuno. Non aveva modo di sapere queste cose se non andando a informarsi personalmente. Mi ha fatto paura.
F: Magari, attraverso amicizie sue, ha chiesto di te…
A: Si, ma era inquietante. A esempio un mese prima che smettessimo di sentirci, avevo spedito una cosa a mia mamma. E lui, come si vede in alcuni messaggi che ho, sapeva che cosa aveva spedito.

Sapeva cose di me che non avevo detto a nessuno

F: Ti aveva clonato il telefono?
A: Non lo so, non ne ho idea sinceramente.
F: Ma perché smettete di sentirvi?
A: Per questo… Perché era iniziato a diventare ossessivo e molto invadente e questa cosa qui non mi andava bene. Va bene che mi paghi il tempo, va bene quello che vuoi. Però dovrebbe esserci una linea da non superare. Cioè certe cose penso te le debba dire io, non vai tu a informarti a chiedere in giro… Da fastidio questa cosa, no?
F: Cosa avevi mandato a tua mamma?
A: Ma niente avevo mandato dei vestiti, mia mamma non sa cosa faccio qui…
F: Tu non hai mai provato nulla per lui? Era soltanto lavoro?
A: Sicuramente mi faceva piacere vederlo, perché appunto non è un brutto ragazzo e nel mentre che ci siamo sentiti quei mesi siamo anche andati d’accordo. Era piacevole stare con lui…
F: Ma tipo, uscivate a cena?
A: Non proprio perché potevano vederci, quindi… Chiacchieravamo molto, molte volte ci incontravamo ma non facevamo niente. Magari veniva mi pagava ore e stava un quarto d’ora, poi doveva scappare.
F: Ti parlava della moglie e dei figli?
A: Sì.
F: Lo sapevi che era sposato con due figli?
A: Sì, la maggior parte dei mie clienti lo sono.
F: Come si giustificava per il tradimento della moglie?
A: Io una giustifica non gliel’ho mai chiesta. Anche perché la maggioranza dei miei clienti sono sposati.

Sapevo che era sposato

F: Te fai questo mestiere da quanto?
A: Da qualche anno.
F: E prima cosa facevi?
A: Studiavo.
F: Sei qui in Italia da tanto?
A: Ho abitato in Italia dai 9 ai 16 anni e poi sono tornata in Italia nel 2020.
F: Ma hai il permesso di soggiorno?
A: Si, ho la residenza qui
F: Ma perché tu hai interrotto e lui si è comportato così? Lui insiste insiste, diventa pesante e tu lo molli? Quando tu molli lui ti insegue?
A: Sì c’è stato l’episodio che ho raccontato. Poi due persone mi sono entrate in casa e mi hanno preso il telefono, questo è stato il momento in cui ho deciso di dire basta…
F: Ma tu lo avevi già bloccato? Succede che a un certo punto tu non lo vuoi più vedere…
A: Sì l’ho bloccato il 27 luglio. Lo stesso giorno mi arrivano quelli in casa! Avevano preso appuntamento come se fossero clienti, uno di loro ha preso appuntamento come se fosse un cliente normale e poi sono entrati in due.
F: Ma ti hanno picchiata?
A: No no, violenza fisica mai, nessuno episodio.
F: Quindi to hanno preso solo il telefono? E tu fai la denuncia? Quindi tu hai immaginato che lui fosse il mandante, ma hai delle prove che lo collegano a lui?
A: No, non ho prove o un messaggio o qualcosa che dimostri che è stato lui. Se mi stai chiedendo questo, no!

Tre denunce in tre giorni

F: Quindi lo immagini. Tu fai la denuncia per il furto del telefono e lo denunci per stalking subito dopo?
A: Si ho fatto tre denunce nell’arco di tre giorni.
F: Lui ha continuato a chiamarti?
A: La prima denuncia l’ho fatta il giorno dopo che mi sono entrati quelli in casa. Poi ne ho fatto altre due il giorno dopo. Quando sono rientrata a Parma mi erano arrivati dei messaggi che sono stati subito cancellati.
F: Nel frattempo tu avevi recuperare un’ì altro telefono con lo stesso numero?
A: Sono andata a comprare un altro telefono e una sim. Quella che avevo nel telefono che mi è stato rubato non ce l’ho più.
F: Ma il numero rimane lo stesso?
A: No, non ho più quel numero.
F. E allora come ha fatto? I messaggi te l’ha mandati su telegram non su whatsapp?
A: Sul telefono di lavoro, perché ho più telefoni!
F: Il telefono che ti hanno rubato era quello privato?
A: Si perché ci sentivamo lì.
F: In quella sim c’erano messaggi che tu hai screenshottato e che confermano quello che dici?
A: Sì, tutti i messaggi che erano sul telefono che mi hanno portato via. I messaggi su telegram, invece, li ho
sul cellulare di lavoro, perché ogni tanto uso proprio telegram per messaggiare con i clienti.
F: Ma tu hai delle prove della storia? Che scopavate? Scusa il termine.
A: Con queste parole no, ma ho molti messaggi che dicono “ci vediamo”, “ci sentiamo”, “vieni qua”.

Ho molti messaggi suoi: “ci vediamo”, “ci sentiamo”, “vieni qui”

F: E poi ti arrivano le minacce?
A: Sì, tutta l’estate. Mi sono trovata una guardia del corpo, che mi ha accompagnata tutto il mese di agosto, settembre, ovunque io sia andata. Lui è venuto con me.
F: Rumeno?
A: Si, sapeva la storia, sapeva chi chiamare qualora mi fosse successo qualcosa.
F: Poi è successo che sei andata a ritirare dei soldi. La banca ce l‘avevi ad Avezzano? Perché Avezzano?
A: Perché avevo un commercialista di Avezzano. Dovevo vederlo per provare a comprare qualcosa con i soldi che avevo sulla postepay. Ed è così che abbiamo scoperto che in realtà di soldi non ne avevo più. Niente. Mi avevano svuotato il conto. L’ultima volta che ho aperto l’app, c’erano 100mila euro, ho anche gli screenshot. Però quando
siamo arrivati in posta ho chiesti un estratto conto e il mio saldo era di 2 euro.
F: Ma come è possibile, ti hanno hackerato il conto? O avevi qualcosa nel telefonino rubato per poter accedere al conto?
A: Non lo so, non lo so.

La postepay svuotata

F: Ma lui ti ha bonificato tutti quei soldi? Quanto avrà speso per te in 7 mesi?
A: Un bel po’, ma ultimamente i bonifici non me li faceva mai lui direttamente a nome suo. Più di 100 mila in sette mesi.
F: Ma tu avevi un protettore?
A: Mah, ni, si e no.
F: Magari lui l’ha scoperto, si è ingelosito?
A: A parte il fatto che era diventato molto ossessivo nei miei confronti. Una sera mi aveva detto di sapere delle cose su di me che neanch’io mi ricordavo. Lui è andato a informarsi. Come ho già detto la base della nostra rottura è stata quella.
F: Ma quanto tu scopri che questi soldi non ci sono più lo chiami?
A: No, perché non avevo più il suo numero, il suo numero ce lo avevo nel telefono che mi hanno portato via. Non ho più avuto contatti diretti con lui, non l’ho più cercato e non ci tengo nemmeno più a vederlo.
F. Quindi non l’hai più sentito e sono rimaste le denunce
A: Si. Almeno non lui direttamente. Mi sono arrivati dei messaggi, da diversi numeri su whatsapp nelle
settimane scorse. Per esempio una volta stavo scendendo a Roma, una settimana fa piu
o meno. Mentre in teoria sarei dovuta essere in Veneto: nelle informazioni del mio annuncio posso mettere le città in cui sto per andare.
F: Su quale sito?
A: preferirei che il sito del mio annuncio non diventasse pubblico.
F: Siti di escort?
A: Siti…

Si è innamorato ed è cominciato lo stalking


A: Ancora non mi sta lasciando in pace. Mi sono arrivati dei messaggi, da numeri diversi.
F: Come fai ad associarli a lui?
A: Non vedo nessun altro che possa fare queste cose. Mi faceva seguire anche quando lo frequentavo. Anche quando mi capitava di uscire di casa. Io non esco molto di casa, ma se devo andare a comprare…
F: Ma lui ti diceva mi sono innamorato di te, ho perso la testa per te?
A: No, così direttamente non me l’ha mai detto.
F: E perché devi collegare tutto a lui? Comunque hai tanti clienti. No? Perché proprio lui?
A: Perché mi sembra una coincidenza troppo grande.
F: Ma facendo questa querela per stalking e questa denuncia per rapina, che cosa vuoi ottenere?
A: Che mi lasci in pace. Prima cosa… Che mi lasci in pace, in modo che io possa uscire di casa tranquilla a portare il cane fuori, senza che mi debba guardare sempre dietro.
F: Se tu sapessi che lui non ti cerca più la ritireresti questa querela?
A: no.
F: Perché sai che essendo un giocatore della Roma, avrà uno stipendio milionario?
A: Si. Poteva anche lasciare i soldi sulla postepay. Quelli che ha fatto finta di darmi nei mesi che sono passati.
F: Non lo stai facendo per vendetta?
A: No, ma per quello che mi ha fatto negli ultimi mesi e che mi sta continuando a fare.
F: Non è che per caso lo hai mai chiamato dicendo io levo la querela se mi dai dei soldi?
A: No, no, non l’ho più sentito. L’ultima volta che è stato per chiedergli di lasciarmi in pace a luglio.

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