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Trump annulla l’incontro con Putin. Intanto un drone russo colpisce un asilo a Kharkiv

“Non voglio perdere tempo”

Il faccia a faccia tra Donald Trump e Vladimir Putin, previsto a Budapest, è ufficialmente saltato.
Il presidente americano ha liquidato la questione con una frase che pesa come un macigno: “Non voglio perdere tempo”. Una chiusura secca, che gela ogni ipotesi di negoziato tra Washington e Mosca nel pieno del conflitto ucraino.
Fonti vicine alla Casa Bianca parlano di “divergenze insanabili” sulla linea da tenere verso il Cremlino. In altre parole, nessuna apertura: Trump vuole mostrarsi deciso, ma l’effetto è quello di un gelo diplomatico che torna a farsi polare.

Kharkiv, un asilo colpito: tra i feriti anche dei bambini

Mentre i grandi della Terra rinunciano a parlarsi, la guerra continua a colpire i più piccoli.
Il 22 ottobre un drone russo ha centrato un asilo a Kharkiv, in Ucraina. Alcuni bambini sono rimasti feriti, diversi edifici gravemente danneggiati. Le immagini arrivate dai soccorritori mostrano giocattoli insanguinati, zainetti bruciati, ma soprattutto il panico negli occhi di chi dovrebbe conoscere solo la scuola e il gioco.
Un attacco che arriva nelle stesse ore in cui la diplomazia internazionale mostra la sua impotenza.

Pace rinviata, bombe anticipate

Il paradosso è tutto qui: i leader che non trovano un tavolo, e una guerra che invece non smette mai di trovare nuovi bersagli.
Ogni incontro saltato è un segnale che costa vite. Ogni “non voglio perdere tempo” suona come un’eco tragica quando il tempo perso è quello dei bambini che fuggono da un asilo in fiamme.
La politica litiga sulle parole, la guerra parla coi droni.

L’immagine di un mondo senza mediazione

Il mancato incontro tra Trump e Putin non è solo una questione diplomatica: è la fotografia di un mondo dove la mediazione è diventata un lusso, e la fermezza un alibi.
Budapest avrebbe potuto essere un punto di ripartenza. È diventata invece il simbolo di un dialogo abortito, mentre a Kharkiv la realtà scrive, a colpi di esplosione, la verità più scomoda: la pace non si costruisce con le dichiarazioni, ma con la volontà.

Un messaggio che nessuno vuole ascoltare

La guerra, ancora una volta, manda il suo messaggio più chiaro nel silenzio delle diplomazie.
L’asilo colpito è il promemoria di ciò che accade quando la politica smette di parlare: la realtà prende il sopravvento, e lo fa nel modo più brutale.
Tra la freddezza di un “non voglio perdere tempo” e il pianto dei bambini di Kharkiv, c’è tutto il fallimento di un mondo che ha smesso di negoziare.

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Un ragazzaccio appassionato di sport, cultura e tutto ciò che è assorbibile. Stanco della notizia passiva classica dei giornali e intollerante all'ipocrisia e al perbenismo di cui questo paese trabocca. Amante della libertà e diritto della parola, che sta venendo stuprata da coloro che la lingua nemmeno conoscono. Contrario alla censura e alla violenza, fatta qualche piccola eccezione. Ossessionato dall'informazione per paura di essere fregato, affamato di successo perché solo i vincitori scriveranno la storia.