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Esplosione alla stazione di servizio al Prenestino, si indaga su una possibile manovra errata dell’autobotte. Eco Gasauto nel mirino: “Poteva essere una strage”

L’odore acre del gas ha preceduto la nube bianca, poi un boato ha squarciato il silenzio del quartiere. Alle 8.06 del mattino in via dei Gordiani, nel cuore del Prenestino, è esploso un distributore di benzina e Gpl. Le cause dell’incidente sono ancora al vaglio della Procura di Roma, che ha aperto un fascicolo per disastro colposo e lesioni aggravate. Ma i primi elementi emersi fanno pensare a un errore umano: una manovra errata durante lo scarico del Gpl, forse un urto dell’autocisterna contro una colonnina o un tubo, avrebbe innescato la fuga di gas culminata nelle esplosioni.

L’esplosione

Il serbatoio dell’autobotte, stando alle prime ricostruzioni, avrebbe perso pressione durante l’operazione di scarico. Il tappo del serbatoio è stato ritrovato a 40 metri di distanza. Il mezzo era guidato da Mauro Bagaglini, ora ricoverato in gravi condizioni. I testimoni parlano di una nube bianca seguita da un’esplosione violentissima, che ha mandato in frantumi vetri e infissi nel raggio di centinaia di metri. “Qualcuno ha urlato: ‘Abbassa la leva!'”, ricorda un residente. Ma la manovra non è bastata o è arrivata troppo tardi. I primi ad allertare i soccorsi sono stati gli abitanti delle case limitrofe, raggiunti in pochi istanti da un forte odore di gas.

Due esplosioni e orologi fermi alle 8.21: “Era tutto a vista da settimane”

I vigili del fuoco sono stati chiamati alle 8.00. Alle 8.06 è avvenuta la prima esplosione. La seconda è scoppiata pochi minuti dopo, probabilmente alle 8.21, orario impresso sugli orologi fermi delle case più vicine. I residenti raccontano di aver segnalato da settimane odori sospetti e condizioni precarie della stazione: “Tubi a vista, forti esalazioni. Era un disastro annunciato”.

Intanto, decine di famiglie evacuate sono ancora in attesa di rientrare nelle proprie abitazioni, molte delle quali senza più vetri né tapparelle. Il boato si è sentito in tutta Roma, alimentando la paura. “Poteva essere una strage”, è la frase che rimbalza tra i palazzi colpiti, mentre l’Arpa attende di rendere noti i risultati dei rilievi per verificare la presenza di sostanze tossiche nell’aria.

Nel mirino la Eco Gasauto, la società di famiglia con utile da 805mila euro

La stazione è gestita dalla Eco Gasauto srl, azienda fondata nel 2005. Amministratore unico è Giovanni Pietroboni, 91 anni, coadiuvato dai figli Mario, Andrea ed Enrico. La sede è a via Peruzzi, l’ufficio di rappresentanza a due passi dal Circo Massimo. La società conta 15 dipendenti e nel 2024 ha dichiarato ricavi da carburante pari a 10,9 milioni di euro, con un utile netto di 805mila euro. Nonostante il calo dovuto alla crescita delle auto elettriche, i dividendi per i soci sono rimasti alti: 900mila euro distribuiti sia nel 2023 sia nel 2024.

Non è il primo incidente: oltre un mese fa, un camion lasciato senza freni aveva centrato una colonnina della sede di via della Tenuta del Cavaliere. La società, secondo quanto riportato nei documenti ufficiali, è alla ricerca di terreni edificabili per affiancare all’attività di distribuzione anche quella edilizia.

Ora, però, tutte le attenzioni della magistratura e dell’opinione pubblica sono concentrate su quanto accaduto martedì mattina: se davvero si fosse trattato solo di un errore umano o se, come sostengono in molti, quell’impianto rappresentasse da tempo un rischio sottovalutato.

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