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Chiara e Samuel, distanza glaciale in aula. Lei accusata di duplice omicidio, lui parte civile: “Voglio sapere chi è davvero”

Nessuno sguardo. Nessun tentativo di cercarlo. Per oltre due ore, Chiara Petrolini e Samuel Granelli sono rimasti a tre o quattro metri di distanza, ignorandosi come se non si fossero mai conosciuti. Lei, imputata per duplice omicidio e soppressione di cadavere. Lui, suo ex fidanzato, parte civile in questo processo che pesa come una montagna.

Il via alla prima udienza d’Assise

Alle 9.30, la Corte concede cinque minuti a fotografi e cameramen. Poi inizia il processo. Chiara, 21 anni, è accusata di aver partorito in solitudine due bambini, uno il 12 maggio 2023, l’altro il 7 agosto 2024, e di averli poi seppelliti nel giardino di casa a Traversetolo. I parti sarebbero avvenuti tra la cameretta e la taverna. In aula lei si presenta con una camicetta celeste, senza trucco. Samuel indossa una maglietta nera. In aula, tra curiosi e amici, anche le troupe televisive.

I genitori presenti, ma in disparte

Tra il pubblico ci sono anche le famiglie. I genitori di Chiara siedono sotto le finestre, defilati. Il padre, Roberto, ai giornalisti dice solo: “Ci sono tante domande in questa storia… Però cercate di capire la nostra situazione. Per parlare ci sarà un momento più avanti”. I genitori di Samuel, invece, sono seduti alle sue spalle, in silenzio.

Chiesta la perizia psichiatrica: “Chi è davvero Chiara?”

L’udienza si chiude alle 11.30 con una decisione centrale: la Corte, presieduta da Alessandro Conti, accoglie la richiesta dell’avvocato difensore Nicola Tria per una perizia psichiatrica su Chiara. La studentessa, ai domiciliari, era considerata da tutti “una ragazza modello”: lavorava come commessa per pagarsi gli studi in Scienze dell’Educazione e faceva la catechista.

L’incarico sarà affidato il 15 settembre. I periti dovranno valutare la sua capacità di intendere e volere al momento dei fatti e la sua pericolosità sociale. Accusa e difesa avranno propri consulenti, che finora hanno tratto conclusioni opposte. La pm Francesca Arienti non si oppone alla perizia, ma ribadisce: “Nulla nella storia di Chiara Petrolini può insinuare il dubbio di una patologia psichiatrica”.

Tria invece insiste: “Chi è davvero Chiara? E cosa è accaduto nella sua mente? Se usiamo gli strumenti della logica e della razionalità, la spiegazione di quello che è accaduto non la troviamo”.

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