Durante il colloquio telefonico tra i due leader, il presidente russo ha definito “inaccettabili” gli attacchi condotti da Israele contro obiettivi iraniani. Trump ha parlato di una situazione “molto allarmante” e ha ribadito la sua disponibilità a fare da mediatore per favorire una soluzione diplomatica del conflitto. Ma intanto l’Oman cancella i colloqui sul nucleare con Teheran, mentre l’intera regione appare sempre più sull’orlo di un’escalation incontrollabile.
Trump rilancia anche sul fronte ucraino: “Anche la tua guerra deve finire”
Secondo quanto riferito dal Cremlino, Putin ha comunicato l’intenzione di riprendere i negoziati con Kiev dopo il 22 giugno. Trump ha preso atto della dichiarazione e ha sottolineato la necessità di una conclusione rapida del conflitto. Non è mancata la stoccata: se la guerra in Medio Oriente preoccupa entrambi, anche quella in Ucraina – ha fatto capire il presidente americano – va chiusa, senza ambiguità. Sullo sfondo, il nuovo scambio di prigionieri in corso, unico spiraglio.
Una telefonata tra auguri di compleanno e diplomazia ad alta tensione
Putin ha chiamato Trump nel giorno del suo 79° compleanno, ma gli auguri si sono trasformati presto in un confronto sulle due crisi internazionali più urgenti. I due leader tornano a parlarsi dopo mesi, lasciando intendere che, al di là delle divergenze, uno spazio per il dialogo potrebbe ancora esistere. Ma resta da capire se alle parole seguiranno azioni concrete, e quale sarà il ruolo degli Stati Uniti in una doppia crisi che coinvolge il cuore dell’Europa e del Medio Oriente.