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Garlasco, Nordio rompe il silenzio: “Irrazionale condannare dopo due assoluzioni. La legge va cambiata”

La riapertura del caso Garlasco ha riacceso i riflettori su una delle vicende giudiziarie più controverse degli ultimi vent’anni. Con la nuova indagine della Procura di Pavia, l’unico indagato è oggi Andrea Sempio, ma resta centrale la figura di Alberto Stasi, ex fidanzato di Chiara Poggi, condannato in via definitiva a 16 anni di carcere per l’omicidio avvenuto il 13 agosto 2007. A intervenire sul caso, pur con cautela, è stato il ministro della Giustizia Carlo Nordio, ospite di Zona Bianca su Rete 4. “Non posso, non debbo e non voglio parlare di vicende in corso”, ha premesso, evitando commenti diretti sull’inchiesta aperta.

Nordio: “Irrazionale condanna dopo assoluzioni”

Pur mantenendosi fuori dal merito del procedimento, Nordio ha però espresso un giudizio molto chiaro sul meccanismo che ha portato alla condanna di Stasi dopo due assoluzioni: “Trovo irragionevole che dopo una o due sentenze di assoluzione sia intervenuta una condanna senza rifare l’intero processo. Tutto questo è irrazionale”, ha dichiarato. “Se per legge si può condannare solo al di là di ogni ragionevole dubbio — ha aggiunto — e se uno o più giudici hanno dubitato al punto da assolvere, non si vede come si possa poi condannare”. Il ministro ha definito questa dinamica “una stortura che andrebbe corretta con una riforma che abbiamo provato a fare e fatto solo a metà”.

“Nessuna colpa dei magistrati. È la legge a essere imperfetta”

Nordio ha anche voluto chiarire che, qualora emergessero elementi nuovi, non ci saranno conseguenze per i magistrati della prima inchiesta: “La responsabilità si può avere solo se il magistrato non conosce la legge o dimostra di non conoscere le carte”, ha detto, spiegando che il sistema dei tre gradi di giudizio esiste proprio perché si presume che una sentenza possa essere sbagliata. E ha aggiunto: “Credo che purtroppo in questo momento l’opinione del cittadino nei confronti della giustizia sia abbastanza negativa. Ma più che colpa dei magistrati, è colpa delle leggi. I magistrati amministrano con leggi imperfette che consentono di procrastinare i processi all’infinito, anche quando bisognerebbe avere il coraggio di chiuderli”.

Verso l’incidente probatorio: la difesa di Stasi punta tutto sulle impronte

Nel mentre, la procura e i team difensivi si preparano a un incidente probatorio definito “maxi”, previsto per la prima metà di giugno. Per i legali di Stasi, questa nuova inchiesta rappresenta l’unica vera possibilità, a distanza di anni, per provare a ribaltare il verdetto. “Vorremmo fare una rivisitazione, a livello scientifico, di tutto. Anche delle impronte dei piedi”, ha spiegato l’avvocato Antonio De Rensis, lasciando intendere che si cercherà di far leva sulle nuove tecnologie per rileggere i vecchi reperti. Uno degli elementi chiave sarebbe una impronta parziale di misura 36/37, trovata all’epoca sulla scena del crimine e ritenuta femminile. “Pensiamo che con le nuove tecniche si possa arrivare a un esito”, ha dichiarato De Rensis. L’ipotesi, ancora da dimostrare, è che Chiara Poggi non fosse sola con il suo assassino quella mattina, ma che in casa ci fossero più persone. Un dettaglio che, se confermato, potrebbe riaprire completamente la dinamica dell’omicidio.

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