Ventidue perquisizioni, venticinque indagati, un sindaco arrestato in flagranza di reato con una mazzetta in mano e 167 mila euro trovati nascosti in un tavolo da biliardo. È il bilancio provvisorio dell’inchiesta coordinata dalla Procura di Torre Annunziata e condotta dalla Guardia di Finanza, che ha portato all’arresto del primo cittadino di Sorrento, Massimo Coppola, e del suo collaboratore Francesco Di Maio. Secondo gli inquirenti, avrebbero incassato una tangente da 6 mila euro da parte di un imprenditore per pilotare un appalto da oltre quattro milioni e mezzo di euro destinato alla refezione scolastica.
Chi è Giuseppe Razzano, assistente parlamentare di Pina Picierno
Tra i perquisiti compare anche un nome che fa rumore: Giuseppe Razzano, 43 anni, rappresentante legale della società “Comunicando” e attualmente assistente parlamentare di Pina Picierno, vicepresidente del Parlamento europeo ed eurodeputata del Partito Democratico. La sua società, specializzata in comunicazione e campagne pubblicitarie, nel 2021 si è aggiudicata un appalto comunale per la promozione del “Brand Sorrento”, ora sotto la lente della magistratura.
Secondo le indagini, “Comunicando” non avrebbe avuto i requisiti necessari per partecipare alla gara: tra le condizioni richieste, un fatturato pari al valore dell’appalto negli ultimi tre esercizi, ma l’azienda aveva iniziato a operare solo dal novembre 2020, appena sette mesi prima dell’aggiudicazione del bando, avvenuta a giugno 2021. Non si tratta dell’unica anomalia: gli investigatori stanno esaminando anche altri affidamenti diretti, che presenterebbero profili di irregolarità.
E nell’inchiesta spunta anche un personaggio singolare: Raffaele Guida, noto sui social come “Lello il sensitivo”. Finto veggente con una discreta notorietà televisiva, aveva nascosto 167 mila euro in contanti dentro un tavolo da biliardo. A scovarli è stato Gringo, un cane addestrato al ritrovamento di denaro contante, in dotazione alle Fiamme Gialle.
Contanti a casa del sindaco
Altri 34 mila euro in contanti sono stati ritrovati a casa del sindaco Coppola. I 6 mila consegnati in flagranza rappresenterebbero solo una parte della somma pattuita, nell’ambito di un appalto da 120 mila euro. Ma per gli investigatori, i flussi di denaro vanno ben oltre: secondo l’accusa, una finta associazione culturale legata al sindaco riceveva regolarmente incarichi dal Comune e veniva utilizzata come canale per drenare fondi pubblici. Una struttura opaca che, di fatto, funzionava come un bancomat personale del primo cittadino.