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COSA DICE DAVVERO IL VATICANO SULL’AI?

Nel grande circo dell’Intelligenza Artificiale, dove ogni giorno si alza il sipario su nuove meraviglie tecnologiche, ecco che dal fondo della platea si alza una voce inaspettata: quella del Vaticano. Sì, proprio loro, che un tempo avevano qualche problema con l’eliocentrismo, ora si lanciano nel dibattito sull’AI. E non per condannare, ma per proporre.

Durante un intervento all’ONU, l’arcivescovo Gabriele Caccia, osservatore permanente della Santa Sede, ha lanciato un appello affinché l’Intelligenza Artificiale sia uno strumento “straordinario per l’umanità”, accessibile a tutti e non solo a “pochi privilegiati”. Ha sottolineato l’importanza di stabilire “paletti etici comuni” per garantire che l’uso dell’AI sia veramente inclusivo e non pregiudichi la dimensione sociale della natura umana (fonte: Vatican News).

Caccia ha evidenziato i rischi legati all’assenza di controlli ed equilibri adeguati, che potrebbero aggravare le disuguaglianze e avere un impatto negativo sulle relazioni sociali. Ha anche messo in guardia contro l’uso dell’AI come criterio per risolvere problemi, che potrebbe scoraggiare la solidarietà, l’aiuto reciproco e il dibattito, portando all’isolamento delle persone e all’indebolimento del tessuto sociale.

In conclusione, l’arcivescovo ha ribadito la necessità che l’utilizzo dell’AI rispetti i principi etici fondamentali, che includono trasparenza, imparzialità, inclusione e responsabilità.

Un messaggio semplice, chiaro, forse scomodo per chi pensa che l’etica sia solo un freno all’innovazione. Ma forse il vero freno è l’assenza di visione collettiva. Perché se l’AI finirà nelle mani di pochi, ne vedremo più i lati oscuri che i benefici.

E ammettiamolo: se anche il Vaticano, storicamente non proprio il primo ad abbracciare ogni innovazione, oggi ci mette in guardia, forse qualcosa da rivedere nel nostro entusiasmo digitale c’è davvero. Del resto ce lo aspettavamo: la Chiesa, quando vuole, sa leggere i tempi. E ultimamente li scrolla pure.

Basta farsi un giro su TikTok per incontrare parroci con i filtri, frati che ballano nei reel e cardinali influencer da milioni di views. Non è più solo questione di omelie: è una battaglia per la presenza digitale, un pulpito 3.0. E a questo punto, non sorprende che il Vaticano parli anche di AI. Anzi, era solo questione di tempo.

Insomma, il Vaticano ci ricorda che l’AI non è solo una questione di algoritmi e dati, ma anche di etica e umanità. E in un mondo sempre più dominato dalla tecnologia, forse è il caso di ascoltare anche chi, con un po’ di ironia, ci invita a non perdere di vista l’essenziale.

Per approfondire l’argomento (etica ed Ai, ndr), potreste trovare interessante il libro Etica dell’intelligenza artificiale. Sviluppi, opportunità, sfide, che esplora le implicazioni etiche dell’AI nel contesto attuale.

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