Il Consiglio dei ministri ha deciso: il Comune di Caserta sarà sciolto per infiltrazioni della criminalità organizzata. La notizia, diffusa dall’ANSA, arriva dopo la proposta avanzata dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Insieme a Caserta, la stessa sorte è toccata anche ai comuni di Aprilia (Lazio), Badolato e Casabona (Calabria). Il provvedimento prevede il commissariamento per 18 mesi.
Un colpo durissimo per il capoluogo campano, mai prima d’ora colpito da uno scioglimento per mafia, anche se già nel 2015 l’ospedale cittadino fu commissariato. A guidare oggi l’amministrazione è Carlo Marino, avvocato, esponente del Partito Democratico e presidente dell’Anci Campania, rieletto nel 2021 con una coalizione di centrosinistra.
E proprio Marino, nel primo commento ufficiale, non ci sta: “Lo scioglimento dell’Amministrazione Comunale di Caserta deciso oggi dal Consiglio dei Ministri è un atto di natura politica nonché un atto amministrativo abnorme”. Il sindaco ha annunciato che presenterà immediata richiesta di accesso agli atti e impugnerà il provvedimento davanti al Tar del Lazio.
“È un atto contro la città e i cittadini casertani tutti – ha detto – istituzionalmente non rispettoso, che avviene con una tempistica particolare, che una città capoluogo non merita”. Ma per il Viminale, il commissariamento è conseguenza di gravi e concreti condizionamenti mafiosi. La battaglia legale, ora, è appena cominciata.