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La risposta di Netanyahu alla Corte penale internazionale

Il procuratore capo della Corte penale internazionale, Karim Kahn, ha chiesto che i giudici emettano mandati di arresto internazionale nei confronti di Netanyahu e del leader di Hamas a Gaza, Yahya Sinwar, per crimini di guerra e contro l’umanità. “È uno scandalo. Questo non fermerà né me né noi”, ha commentato il primo ministro israeliano. È stato chiesto anche un mandato di arresto internazionale per il ministro della Difesa israeliano Gallant. Ma, in seguito a questo decisione, quali sono state le reazioni?

Le dichiarazioni di Netanyahu

Decide di rispondere tramite un videomessaggio su X: “Il disgustoso” paragone che il procuratore della Corte Penale Internazionale fa tra Israele e Hamas è un esempio del nuovo antisemitismo che va dai campus universitari all’Aja. È assurda e falsa la richiesta di mandato di arresto contro di me. Come osa paragonare i mostri di Hamas ai soldati dell’Idf, l’esercito più morale del mondo? Con quale spudoratezza fai un paragone tra Hamas che assassina, brucia, macella, violenta e rapisce i nostri fratelli e sorelle e i soldati dell’Idf che combattono una guerra giusta che non ha paralleli, con una moralità che non ha pari?. Il “tentativo della Cpi di legarci le mani fallirà e nessun foro internazionale ci impedirà di colpire quelli che vogliono la nostra distruzione fino alla “vittoria totale su Hamas”.

La risposta della Francia

“La Francia sostiene la Corte Penale Internazionale (Cpi), la sua indipendenza, e la lotta contro l’impunità in tutte le situazioni”: è quanto sostiene uno dei portavoce del ministero dell’Europa e degli Affari esteri francese in merito alla richiesta di mandati d’arresto internazionali nei confronti di dirigenti israeliani e di Hamas. Poi il portavoce precisa che “la Francia ha condannato dal 7 ottobre i massacri antisemiti perpetrati da Hamas, mentre, riguardo Israele, spetterà alla Camera preliminare della Corte pronunciarsi su questi mandati, dopo aver esaminato gli elementi di prova avanzati dal Procuratore per giustificare le sue accuse, tenendo conto del principio di complementarietà e della possibile azione delle giurisdizioni israeliane. 

Diverse le dichiarazioni dell’America

Biden ha infatti dichiarato che “quello che sta accadendo a Gaza non è genocidio. Vogliamo che i macellai di Hamas siano sconfitti e siamo a fianco di Israele. Rigettiamo la Cpi: non c’è equivalenza fra Israele e Hamas. Quello che sta accadendo a Gaza non è genocidio.

Una situazione che sta scuotendo il panorama internazionale e rendendo ancora più evidenti le alleanze tra Stati. A che cosa porterà la richiesta del mandato di arresto? Probabilmente in un nulla di fatto, ma le parole di Netanyahu che richiamano all’antisemitismo si discostano totalmente dalla realtà oltre a strumentalizzare un concetto così potente come le sofferenze del popolo ebraico.

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