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Il ratto di Ustica

La maggior parte delle cose che sappiamo sulla strage di Ustica del 27 giugno 1980 si deve a quel grande e sfortunato giornalista che è stato Andrea Purgatori, da poco scomparso in circostanze non chiarite. Quel giorno sopra i cieli dell’isola un missile colpì un Dc-9, sterminando 81 passeggeri. Adesso emergerebbe, da una nuova indagine, un’ipotesi agghiacciante.

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La maggior parte delle cose che sappiamo sulla strage di Ustica del 27 giugno 1980 si deve a quel grande e sfortunato giornalista che è stato Andrea Purgatori, da poco scomparso in circostanze non chiarite.

Quel giorno sopra i cieli dell’isola un missile colpì un Dc-9, sterminando 81 passeggeri. Adesso emergerebbe, da una nuova indagine, un’ipotesi agghiacciante.

Secondo le accuse, due manager della compagnia Itavia avrebbero svuotato le casse della compagnia “in particolare deliberando due operazioni di finanziamento pregiudizievoli del patrimonio sociale, una da 130 milioni di euro (mai restituita) e l’altra da 45 milioni (quest’ultima successivamente rimborsata), in favore di società a loro riconducibile”.

Parliamo di denari confluiti come rimborso statale per il disastro aereo.

Casinisti col Rolex

Soldi che, secondo l’inchiesta del pm Bruna Albertini e della gip Angela Minerva, i due uomini al vertice avrebbero speso anche in beni di lusso come Rolex, viaggi, boutiques e ristoranti.

Così stato disposto il sequestro di 130 milioni di euro a Itavia, per aver azzerato i risarcimenti pubblici concessi all’azienda per la strage.

 L’operazione è stata condotta dalla Gdf dopo il provvedimento della gip di Milano nei confronti di “due componenti pro-tempore del Cda della società”. Si indaga su “atti di disposizione patrimoniale sui beni” di Aerolinee Itavia Spa.

Il finanziamento “da 130 milioni di euro veniva in particolare utilizzato, scrivono i magistrati, “anche per estinguere il prestito bancario utilizzato proprio per acquisire il pacchetto di maggioranza in Itavia, rafforzando in tal modo la loro posizione all’interno della stessa”. 

Queste “operazioni societarie sono state già oggetto di censura da parte della magistratura civile la quale, nell’aprile 2023, aveva nominato un curatore speciale che, fin dal maggio 2023, evidenziava l’irregolarità delle due operazioni di finanziamento in danno della società, dei soci di minoranza e dei creditori. Alla luce di quanto evidenziato dal curatore speciale, la tutela del patrimonio della società veniva affidato a un amministratore giudiziario”. 

Le indagini individuerebbero “come le somme, derivanti dal finanziamento di 130 milioni di euro erogato da Itavia a beneficio di una holding finanziaria facente capo ai due indagati, siano state reimpiegate per finalità estranee alla concessione della citata linea di credito”.

Indagati “i due ex amministratori, l’ex liquidatore e i sindaci, questi ultimi per aver omesso qualsiasi controllo sulle situazioni di conflitto di interesse e non aver adottato i provvedimenti previsti per legge“. 

Per le inquirenti milanesi si tratterebbe di un’azione illecita, “ideata e realizzata nell’esclusivo interesse di una società a loro riconducibile e a discapito di Itavia”.

In amministrazione straordinaria fino al 2022 e poi in liquidazione, la compagnia nel 2020 era stata risarcita dai ministeri della Difesa e delle Infrastrutture per 330 milioni di euro.

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