Dovrebbe cominciare oggi alle 13.30 in sede referente in Commissione Lavoro della Camera, l’avvio dell’esame delle tre proposte di legge delle opposizioni sulla settimana corta. Chi poteva mai proporre una cosa cosi inutile e nociva per la nostra produttività come la settimana corta? Ovviamente la nostra cara sinistra, nel nome di Alleanza Verdi e Sinistra che ha come primo firmatario Nicola Fratoianni. Basta questo o dobbiamo andare avanti? I provvedimenti, oltre a quella di Nicola Fratoianni (SI), sono a firma di Arturo Scotto Pd), e Giuseppe Conte (M5S).
La settimana corta
Sulle agende dei partiti di opposizione il tema principale della primavera 2024 è la settimana corta di lavoro e la riduzione dell’orario. E già qui capiamo come si faccia opposizione. La sinistra parla tanto di economia in crisi (ed è così) ma poi non vuole farci fatturare. Ma sì, restiamo pelandroni, così poi abbiamo il tempo di andare a manifestare. Sono infatti in arrivo proposte di legge a riguardo da Alleanza Verdi e Sinistra (Avs), Movimento 5 Stelle e Partito democratico. Ecco quali sono:
- La proposta avanzata da Alleanza Verdi e Sinistra, che ha come primo firmatario Nicola Fratoianni, prevede una riduzione dell’orario settimanale di lavoro a 34 ore effettive a parità di retribuzione. Avs chiede l’istituzione di un Fondo di incentivazione alla riduzione dell’orario di lavoro per i datori che adottino una diminuzione di almeno il 10% dell’orario settimanale. Il testo di Avs punta a una riduzione generalizzata a parità di salario che favorirebbe un “aumento dell’occupazione in alcuni comparti produttivi”. In questo modo verrebbe eliminata la concorrenzialità che è alla base della crescita personale e degli stimoli a migliorare. Un appiattimento e quel “mal comune mezzo gaudio” tipico di un certo comunismo.
- La proposta di legge del Movimento 5 Stelle, che vede primo firmatario Giuseppe Conte, punta alla settimana corta lavorativa di 32 ore: “Sindacati e datori di lavoro avranno facoltà di stipulare specifici contratti per la riduzione dell’orario di lavoro a parità di retribuzione”.
- Una terza proposta è quella del Partito Democratico, primo firmatario Arturo Scotto insieme a Elly Schlein, che punta alla “definizione di nuovi modelli organizzativi e produttivi imperniati sulla riduzione dell’orario di lavoro, anche nella formula dei quattro giorni lavorativi settimanali”
Una cosa è lo smartworking, altro tema è lavorare meno. Il primo può essere un grande vantaggio sia in un’ottica di produttività che di risparmio energetico ed economico per aziende e privati, il secondo è solo un modo per dare il contentino al popolo. Perché, diciamocela tutta, non sanno più cosa inventarsi.