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Spendere e spandere: Meloni lascia salire il debito pubblico e intanto insiste sul premierato, pare mal visto da Mattarella

Meloni cerca un ponte sulla stretta tra debito pubblico e Mattarella


Il 2023 è stato un anno in cui l’economia è cresciuta, sia pur in modo modesto (0,7%). La disoccupazione si è attestata a livelli contenuti, passando dal 8% di gennaio 2023 al 7,2% di dicembre 2023. Mancando all’appello faraoniche opere pubbliche come il Ponte sullo Stretto, gli analisti si interrogano sul perché col governo Meloni il debito pubblico è cresciuto nella stessa percentuale del 2021, in pieno allarme Covid. I dati provano che è aumentato più che durante il Governo Draghi e, in misura ancora maggiore, dei tempi del Governo Conte II. I maligni spifferano che per le finanze pubbliche l’esecutivo in carica è costato quanto un’epidemia. La preoccupazione è che, se si continua così per tutta la legislatura, fino al 2027, si rischia di raggiungere vette stratosferiche del debito pubblico, già schizzato al 105% rispetto al 78% dell’anno scorso. Tra due anni, pare probabile che si supererà la soglia inquietante di 3.500 mld di debito, pari a quasi 60mila euro sul capo di ogni bambino che viene al mondo.

Giorgia Meloni non ha solo questa gatta da pelare


Giorgia Meloni non ha solo questa gattona da pelare, c’è la questione dei suoi rapporti con Sergio Mattarella, secondo le opposizioni istintivamente ostile al progetto di premierato della leader FdI. «Il rapporto è ottimo», obietta Meloni, «è la sinistra che cerca di aprire una crepa fra Palazzo Chigi e il Colle per fare una campagna contro il premierato e per un interesse di partito». La presidente del Consiglio sostiene che ci sia «un tentativo di costruire uno scontro artefatto con il presidente della Repubblica, che non esiste: è sbagliato e una forte mancanza di rispetto tentare di utilizzarlo della sinistra che non vuole che i cittadini possano scegliere direttamente chi li governa». Il premierato? Per carità, precisa Meloni, «Per carità, precisa Meloni, «volutamente non tocca i poteri del capo dello Stato, perché so che il presidente Mattarella è una figura di garanzia, è un’istituzione unificante». Il capo dello Stato, secondo lei, è un uomo che parla alle spalle: «Di solito il Quirinale non fa filtrare i propri umori, quando ha qualcosa da dire la dice: dubito possano essere filtrati malumori su una cosa del genere: se qualcuno pensa che potessi riferirmi a Mattarella, vuol dire che pensa che lui abbia tolto il sostegno alle forze dell’ordine. Io non lo penso questo». Anzi, la premier considera il capo dello Stato «diverso da altri politici». Ripassiamo l’art. 72 della Costituzione: “Il Presidente della Repubblica non è responsabile degli atti compiuti nell’esercizio delle sue funzioni, tranne che per alto tradimento o per attentato alla Costituzione». Definirlo «un politico» tra gli altri è inammissibile.

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Un ragazzaccio appassionato di sport, cultura e tutto ciò che è assorbibile. Stanco della notizia passiva classica dei giornali e intollerante all'ipocrisia e al perbenismo di cui questo paese trabocca. Amante della libertà e diritto della parola, che sta venendo stuprata da coloro che la lingua nemmeno conoscono. Contrario alla censura e alla violenza, fatta qualche piccola eccezione. Ossessionato dall'informazione per paura di essere fregato, affamato di successo perché solo i vincitori scriveranno la storia.