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Oblio oncologico: una nuova legge di uguaglianza

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Una nuova legge, quella sull’oblio oncologico, che rappresenta il trionfo del pensiero bipartisan e dell’intelligenza. Finalmente! Si abbattono finalmente le discriminazioni nella vita di chi ha affrontato una malattia terribile come quella oncologica, promuovendo l’uguaglianza sociale, professionale e familiare. Si può quindi affermare che la lunga corsa ad ostacoli per chi ha avuto malattie oncologiche in Italia è giunta finalmente a una svolta positiva con l’approvazione unanime del disegno di legge sull’Oblio Oncologico. Questa normativa, ora legge, rappresenta una vittoria significativa per coloro che hanno affrontato la battaglia contro il cancro, garantendo loro il diritto all’oblio e proteggendo dai rischi di discriminazioni.

Il Senato in standing ovation

Il Senato ha dato il via libera definitivo con 139 voti favorevoli. Il fatidico momento è stato sottolineato da un lungo applauso e sa una standing ovation da parte di tutti i senatori, ricevendo l’approvazione anche dalla Camera dei Deputati. Una “legge di civiltà” come è stata definita dal ministro della Salute Orazio Schillaci, con Giorgia Meloni che ha sottolineato la caratteristica di “civiltà” in grado di eliminare ingiuste discriminazioni. Il nostro Paese si unisce ad altri in Europa come Francia, Lussemburgo, Belgio, Olanda, Portogallo, Spagna e Romania nel riconoscimento del diritto all’oblio oncologico. Adesso chi ha affrontato il cancro e ha terminato le cure da più di 10 anni può guardare al futuro senza essere limitato da pregiudizi passati.

Cos’è l’oblio oncologico

Per chi non lo sapesse, si tratta del diritto di chi è guarito dal cancro di non rivelare informazioni sulla pregressa patologia per non subire discriminazioni. Definendo ”guarito” chi, dopo la malattia, può vantare la stessa aspettativa di vita delle persone della sua stessa età e del suo stesso sesso. Una legge destinata a migliorare la vita di un milione di italiani che, dopo aver ricevuto la diagnosi di cancro, ora potranno sentirsi protetti da possibili discriminazioni in ambito sociale, professionale e familiare. Una legge che si annuncia più avanzata rispetto a normative simili adottate in altri Paesi.

Le tempistiche nel dettaglio

E’ previso il divieto di richiedere informazioni sulla pregressa patologia oncologica dopo 10 anni dal termine dei trattamenti senza recidiva di malattia in questo periodo. Per le diagnosi antecedenti ai 21 anni, questo limite è ridotto a 5 anni. La legge viene applicata non solo nei rapporti con banche e assicurazioni ma anche in sede concorsuale e nei procedimenti di adozione.

Tutti applaudono

La norma prevede anche la creazione di tabelle per ridurre ulteriormente i tempi in base alla tipologia di patologia oncologica, offrendo così ulteriori protezioni. Il mondo del volontariato, naturalmente, applaude alla novità, definita una “vittoria storica” dalla Federazione Italiana delle Associazioni di Genitori e Guariti Oncoematologia Pediatrica (Fiagop). Lo stesso anche dall’Associazione Italiana Ematologia Oncologia Pediatrica (Aieop).


Discriminazioni finanziare, bancarie e assicurative

C’è anche un altro aspetto da considerare: quello sulle possibili discriminazioni finanziarie, bancarie e assicurative nei confronti delle persone guarite dal cancro. Una tutela che si estende anche alle fasi di accertamento dell’idoneità all’adozione e nell’accesso ai concorsi, al lavoro e alla formazione professionale. La legge ora parla chiaro: non si può richiedere informazioni o condurre indagini sulla pregressa patologia oncologica. La storia clinica di chi ha vinto la sua battaglia contro il cancro non può assolutamente essere oggetto di esclusione. Tantomeno di rifiuto o di condizioni contrattuali svantaggiose. Era ora!

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