E’ stato reso pubblico il testamento del Cavaliere, soddisfando finalmente la curiosità di moltissimi italiani. Le sue ultime volontà sono contenute in pochi fogli vergati a mano, dove viene definito il futuro di un impero di miliardi. Silvio Berlusconi era un imprenditore che sulle questioni importanti decideva sicuro, con la testa ma senza mai dimenticare cuore e istinto. E ha operato così anche nel suo testamento, dove ha definito con chiarezza tutto. Gli eredi che hanno in mano la continuità dell’impero mediatico sono Marina e Pier Silvio, che gestiranno tutta la quota disponibile. Un patrimonio immenso, che vale circa cinque miliardi tra società quotate, investimenti immobiliari, titoli, opere d’arte e liquidità.
Piovono milioni: reso pubblico il testamento del Cavaliere
La parte più consistente riguarda Fininvest, con 2,8 miliardi di capitalizzazione di Borsa delle partecipate e quasi quattro miliardi considerando anche le quote detenute da Mfe-Mediaset in altri gruppi (Ei Towers e Prosieben). Il patrimonio immobiliare vale circa 700 milioni, concentrato soprattutto nella holding Dolcedrago. In più c’è il denaro liquido, che anche per gli eredi è la parte più difficile da comprendere e quantificare con chiarezza. Senza dimenticare gli yacht e le opere d’arte acquistate negli anni dal fondatore del Biscione.
Le ex mogli a bocca asciutta
Anche i figli Barbara, Eleonora e Luigi avranno presto una disponibilità personale molto importante, mentre sono escluse dal testamento le ex mogli, entrambe divorziate. Marina e Pier Silvio detengono il 53% della holding finanziaria di famiglia, dove non esistono maggioranza qualificate o minoranze di blocco, concetti peraltro molto distanti dalla cultura della famiglia Berlusconi. Il cuore del testamento è lì, risalente al 2006, quando Berlusconi era ancora sposato con Veronica Lario, in quel momento rientrante a pieno diritto nell’asse ereditario. Di lì a qualche anno lsarebbe arrivata la rottura e poi il divorzio. Diciassette anni fa (mica ieri…) il fondatore del gruppo scelse quindi di assegnare tutta la quota disponibile ai due figli della prima moglie, una indicazione che non ha subito modifiche.
Un grazie ai figli dal loro papà
Alcune righe scritte in fretta con la stilografica che portava sempre nella giacca, in attesa di salire sulla macchina che lo avrebbe riportato all’ospedale da cui solo pochi giorni prima aveva chiesto – anzi, preteso, col suo solito piglio – di essere dimesso. Quando per esempio, nell’ottobre del 2020, assegna 100 milioni al fratello Paolo, scrivendo sulla carta della residenza della Villa S. Martino, un foglietto giallo paglierino, conferma le disposizioni precedenti. O più recentemente, quando ha destinato altri 100 milioni alla compagna Marta Fascina e 30 all’amico di una vita Marcello Dell’Utri che ammette “Non me lo aspettavo perché non mi doveva nulla”. Nella lettera ai figli si legge: “Grazie, tanto amore a tutti voi, il vostro papà”. Così Silvio Berlusconi, nel suo testamento ringraziando i figli dopo aver dato le disposizioni che riguardano Marta Fascina e Marcello Dell’Utri: “Per il bene che gli ho voluto e per quello che loro hanno voluto a me”.
La lettera di Berlusconi ai figli
“Sto andando al San Raffaele, se non dovessi tornare vi prego di prendere atto di quanto segue”. Per il cavaliere si tratta di attimi drammatici. Deve assegnare ai figli il compito di donare le somme da riservare al fratello, alla compagna e all’amico fraterno. Da notare che non viene menzionato l’ultimo figlio Luigi. Sicuramente una dimenticanza non voluta nella concitazione del momento. Ma c’è soprattutto una mancanza che spicca: nessuna menzione sul futuro di Forza Italia. In tanti, soprattutto fra gli attivisti, si aspettavano un’indicazione, un impegno per il futuro. Niente di tutto questo.