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Valditara: “Non vogliamo che i bambini di 8 anni vengano subissati di teorie gender”

Il rispetto non è uno slogan


Quando Giuseppe Valditara parla di educazione al rispetto, alle relazioni sane e all’empatia affettiva, non sta inseguendo mode né parole d’ordine. Sta richiamando ciò che dovrebbe essere ovvio: è solo costruendo una cultura del rispetto che si prevengono davvero violenze sessuali, femminicidi e quel degrado simbolico che arriva fino alle scritte oscene e inquietanti nei bagni delle scuole. Il resto è retorica buona per i talk show.

La sinistra e la memoria corta


C’è un dato che Valditara mette sul tavolo senza giri di parole: chi oggi accusa il governo di non fare abbastanza sull’educazione al rispetto dimentica, o finge di dimenticare, di non averlo mai reso obbligatorio quando governava. Le nuove linee guida sull’educazione civica introducono per la prima volta obiettivi di apprendimento vincolanti su rispetto, relazioni corrette ed empatia. Non proclami, ma programmi. Non campagne emotive, ma scuola vera.

La battaglia culturale che conta


Se si vuole davvero smantellare la cultura maschilista, non bastano le indignazioni a orologeria. Serve insegnare ai ragazzi, fin da giovani, a vedere l’altro come una persona con cui condividere un futuro, non come un corpo da dominare o umiliare. È questa la vera battaglia culturale: lenta, strutturata, quotidiana. Tutto il resto è fumo.

Educazione sessuale: un confine chiaro


Sul tema più divisivo, Valditara sceglie la linea della chiarezza. L’educazione sessuale deve esserci, ma in senso biologico e adeguato all’età. Nessun bombardamento ideologico sui bambini, nessuna confusione precoce spacciata per progresso. Difendere l’infanzia non è oscurantismo, è responsabilità.

Il vero autoritarismo sta altrove


Quando arrivano le accuse di voler rieditare il Minculpop, la risposta è netta: l’autoritarismo non è fissare obiettivi educativi condivisi come il rispetto e l’empatia. L’autoritarismo è imporre dall’alto visioni eticamente sensibili come se fossero verità di Stato indiscutibili. Se qualcuno sogna una scuola usata come megafono ideologico, non è Valditara il bersaglio giusto.

Scuola, non propaganda


In un Paese stanco di parole vuote, Valditara riporta il dibattito dove dovrebbe stare: nei programmi, nelle aule, nella formazione concreta delle nuove generazioni. Meno slogan, meno moralismi selettivi. Più educazione vera. È da lì che passa il rispetto.

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Un ragazzaccio appassionato di sport, cultura e tutto ciò che è assorbibile. Stanco della notizia passiva classica dei giornali e intollerante all'ipocrisia e al perbenismo di cui questo paese trabocca. Amante della libertà e diritto della parola, che sta venendo stuprata da coloro che la lingua nemmeno conoscono. Contrario alla censura e alla violenza, fatta qualche piccola eccezione. Ossessionato dall'informazione per paura di essere fregato, affamato di successo perché solo i vincitori scriveranno la storia.