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Sempio: “Il mio Dna su Chiara Poggi? Può essere un mio parente di 500 anni fa. Vogliono creare un mostro”

La perizia che non sorprende


La consulenza della dottoressa Albani non ha colto di sorpresa Andrea Sempio. A Quarto Grado, il programma condotto da Gianluigi Nuzzi e Alessandra Viero, il 38enne indagato per l’omicidio di Chiara Poggi racconta di aver trovato nella perizia una conferma di ciò che i suoi consulenti gli ripetevano da mesi. Un sollievo, dice, dopo un lungo periodo vissuto con il “peso” del Dna sulle spalle. Un capitolo che, nelle sue parole, avrebbe finalmente chiarito molti punti rimasti in sospeso.

Le interpretazioni “forzate”


Sempio però non nasconde fastidio per il modo in cui la consulenza viene letta all’esterno. Parla di ricostruzioni tirate per i capelli, di una volontà quasi ostinata di vedere colpe dove, a suo dire, non ce ne sono. Per lui la perizia è chiara, lineare, e proprio per questo accoglie con favore il suo arrivo: perché avrebbe spazzato via ambiguità e suggestioni.

Linea paterna o patrilineare?


Uno dei nodi centrali riguarda la genetica. Sempio insiste su una distinzione che, secondo lui, viene sistematicamente ignorata. Non si tratta semplicemente di “linea paterna” nel senso comune del termine, ma di linea patrilineare: una traccia che risale a quando quella specifica linea del cromosoma Y si è originata in Italia. Un dato che apre a uno scenario molto più ampio, che potrebbe includere persone non direttamente imparentate, discendenti di un antenato comune vissuto secoli fa.

La spiegazione della contaminazione


Resta il punto più delicato: la presenza del suo Dna sulle unghie di Chiara Poggi. Sempio ribadisce una versione già fornita in passato. Frequentava alcune stanze della casa più di altre, soprattutto la saletta al piano di sotto e la camera di Chiara, dove passava tempo a giocare ai videogiochi. Luoghi in cui, sostiene, sarebbe più facile ipotizzare una contaminazione. Altri elementi, aggiunge, sono stati ricostruiti durante gli incontri con i consulenti e verranno spiegati quando sarà il momento.

Il paradosso dei costi e delle certezze


Ma al di là delle dichiarazioni difensive, c’è un punto che continua a suonare stonato. Se la situazione fosse davvero così limpida, perché tutto questo dispiegamento di consulenze, perizie, risorse economiche? Perché spendere cifre enormi per dimostrare ciò che dovrebbe essere evidente? La sproporzione tra la sicurezza dichiarata e l’intensità degli accertamenti resta difficile da ignorare.

Il dato scientifico che non si discute


C’è poi un fatto che, piaccia o no, resta sul tavolo: scientificamente, quindi non opinabile, sotto le unghie di Chiara Poggi ci sono tracce del Dna di Andrea Sempio. Non suggestioni, non interpretazioni, ma un dato. E allora la domanda si allarga. In quella casa vivevano anche la madre, il fratello. Lì è passato Alberto Stasi. Dove sono i loro profili genetici?

La domanda finale


Ed è qui che il caso torna a stringersi su un punto preciso, quasi chirurgico. Non su una maniglia, non su un oggetto condiviso, non su una superficie qualunque. Ma proprio lì. Sotto le unghie.

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Un ragazzaccio appassionato di sport, cultura e tutto ciò che è assorbibile. Stanco della notizia passiva classica dei giornali e intollerante all'ipocrisia e al perbenismo di cui questo paese trabocca. Amante della libertà e diritto della parola, che sta venendo stuprata da coloro che la lingua nemmeno conoscono. Contrario alla censura e alla violenza, fatta qualche piccola eccezione. Ossessionato dall'informazione per paura di essere fregato, affamato di successo perché solo i vincitori scriveranno la storia.