
Una svolta dopo 18 anni
Diciotto anni dopo il delitto di Garlasco, un nuovo tassello entra con forza nel mosaico ancora incompleto dell’omicidio di Chiara Poggi. La perita nominata dal Tribunale di Pavia, la genetista della Polizia Scientifica Denise Albani, ha confermato che il materiale trovato sotto le unghie della vittima è compatibile con il Dna di Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara e oggi unico indagato nella riapertura dell’inchiesta.
La perizia che cambia tutto (o forse no)
Il dato arriva dall’analisi biostatistica—una tecnologia non disponibile all’epoca delle prime indagini—che ha evidenziato 12 marcatori su 16 in comune con la linea maschile della famiglia Sempio. Un numero sufficiente per parlare di compatibilità, non di identità certa.
Un dettaglio che i consulenti di Sempio sottolineano con forza: il Dna, dicono, è degradato, parziale, misto e soprattutto non “consolidato”, quindi statisticamente fragile.
La posizione di Sempio
Fonti vicine al 37enne parlano di un uomo “amareggiato” e stanco di vedere riaffiorare frammenti di un caso che sostiene non lo riguardi. Sempio ribadisce la sua innocenza e confida nel lavoro dei suoi consulenti per dimostrarla. L’ipotesi che avanza da sempre è la stessa: quel Dna potrebbe essere finito sulle unghie di Chiara per trasferimento, e non per contatto diretto.
Cosa dice davvero l’analisi
Il report consegnato al Tribunale non solo individua la compatibilità con il profilo maschile dei Sempio, ma conferma anche la presenza di un secondo profilo genetico non identificato, presente però in quantità minima.
Escluso completamente invece l’abbinamento con Alberto Stasi e con tutti gli altri soggetti già testati negli anni.
Le obiezioni dei consulenti
I consulenti di Sempio frenano l’entusiasmo mediatico: compatibilità non significa colpevolezza.
Secondo loro, i dati sono “non particolarmente forti” e il rischio di un falso collegamento è alto, soprattutto considerando che i reperti sono stati giudicati non affidabili già nel 2014, quando una ripetizione dei test non diede alcun risultato.
La stessa posizione arriva dai consulenti della famiglia Poggi: se un Dna non è consolidato, dicono, non può improvvisamente diventarlo oggi.
Il nodo più grande: come finisce lì quel Dna?
Il vero terremoto arriva qui.
Se la compatibilità con Sempio regge dal punto di vista tecnico, resta l’interrogativo chiave: come può quel profilo essere finito sotto le unghie di Chiara?
Due gli scenari:
- Contatto diretto durante la colluttazione del 13 agosto 2007
- Trasferimento indiretto da oggetti toccati da Sempio in altre occasioni, come i pomeriggi passati a giocare al computer a casa Poggi
Una domanda che il 18 dicembre, quando la perizia verrà discussa in aula, peserà come un macigno.
Un caso che non smette di ribaltarsi
La compatibilità appena emersa segue la stessa direzione dei consulenti della Procura e persino di quelli della difesa Stasi, contribuendo a un paradosso: la perizia che riapre tutto non porta certezze, ma nuove ombre.
Garlasco resta un caso instabile, sospeso tra vecchie convinzioni e nuove analisi, tra ipotesi che si inseguono e una verità che continua a sfuggire.

















