La guerra in Ucraina entra in una nuova fase diplomatica: meno proclami, più cesello. Dopo i colloqui di Ginevra tra Stati Uniti e Ucraina, il famoso piano di pace in 28 punti voluto da Donald Trump è stato ridotto a 19. Una cura dimagrante che rivela una cosa chiarissima: Kiev non ha più intenzione di concedere a Mosca quanto lasciava intendere la bozza iniziale.
Una bozza stravolta: Kiev rifiuta le concessioni più pesanti
A confermare che il piano originale è ormai carta bruciata è Oleksandr Bevs, consigliere del capo negoziatore ucraino Andriy Yermak. In un post, Bevs ha spiegato che la versione da 28 punti “non esiste più”: alcune parti sono state eliminate, altre completamente riscritte, e nessuno dei rilievi ucraini è rimasto senza risposta. Un messaggio chiaro: Kiev non intende firmare un documento che la metta in ginocchio.
Europa in campo, ma Washington resta al volante
Nei colloqui di Ginevra si è ripartiti dalla proposta americana, non da quella europea circolata nel weekend. Le fonti diplomatiche lo dicono senza giri di parole: i suggerimenti dell’UE sono stati “utili”, ma gli Stati Uniti vogliono che la discussione si muova attorno al loro piano, punto.
Anche l’Europa, però, ha lavorato di fino. Nella sua controproposta sono sparite — completamente — le concessioni territoriali alla Russia previste dalla bozza americana. E non solo: Bruxelles allarga la finestra sull’adesione alla NATO, non la esclude come fa la proposta USA, e rafforza il futuro esercito ucraino portandolo a 800mila uomini, contro i 600mila suggeriti da Washington.
Sul fronte economico l’UE affonda il colpo: il congelamento delle sanzioni a Mosca scatterebbe solo dopo la firma russa dell’accordo, e il risarcimento dei danni di guerra avverrebbe con i beni russi già sequestrati in Europa.
Il Cremlino boccia l’Europa, strizza l’occhio a Trump
La reazione russa è stata immediata: freddi — per non dire infastiditi — gli alti funzionari del Cremlino. Il consigliere per la politica estera, Yuri Ushakov, ha definito la proposta europea “poco costruttiva” e “inadatta” agli interessi di Mosca. Il tono, però, cambia quando si parla del piano Trump: “Molti punti ci sembrano accettabili”, ha detto Ushakov, lasciando intendere che la Russia vede nella versione americana un terreno di negoziato molto più favorevole.
Mosca aspetta Washington: «Presto un contatto diretto»
Ushakov ha aggiunto che il Cremlino è convinto che gli Stati Uniti si faranno vivi a breve per discutere direttamente i dettagli. Al momento non esiste un calendario ufficiale, ma Mosca vuole un dialogo bilaterale vero, senza intermediari e senza interferenze europee.
Un negoziato che si restringe, e una guerra che non si ferma
Il nuovo piano di pace — accorciato, ritoccato, conteso — mostra quanto siano distanti gli attori in campo. Kiev cerca garanzie e meno concessioni. L’Europa tenta di non essere marginalizzata. Washington vuole mantenere la regia. E la Russia fiuta la possibilità di ottenere al tavolo ciò che non ha conquistato sul campo.
La diplomazia corre, ma la guerra non rallenta.


















