La dichiarazione a Sharm el-Sheikh
Una svolta, ma con prudenza. Dal summit internazionale di Sharm el-Sheikh, dedicato alla pace e alla ricostruzione in Medio Oriente, Giorgia Meloni ha aperto per la prima volta alla possibilità di riconoscere lo Stato di Palestina.
“L’Italia è pronta a fare la sua parte. Se ci saranno le condizioni, riconosceremo lo Stato di Palestina”, ha detto la premier. Una frase breve, ma politicamente densa: segna il primo spiraglio di apertura da parte del governo italiano dopo mesi di silenzio sul tema.
“Servono garanzie di sicurezza per Israele”
Meloni ha precisato che il riconoscimento non sarà immediato. “Serve un quadro stabile, con garanzie di sicurezza per Israele e una leadership palestinese credibile”, ha spiegato, richiamando la necessità di un processo politico reale. L’apertura italiana resta dunque condizionata, ma rompe l’immobilismo che finora aveva caratterizzato la posizione di Roma.
Il contesto europeo
Negli ultimi mesi, Paesi come Spagna, Irlanda e Norvegia hanno già riconosciuto ufficialmente lo Stato di Palestina.
L’Italia, con questa mossa, si colloca a metà strada: pronta a partecipare a un percorso di pace, ma solo se inserito in una cornice condivisa tra Unione Europea e Nazioni Unite.
“Non serve una tregua temporanea”, ha detto Meloni, “serve una pace duratura”.
Una svolta prudente, ma significativa
Il messaggio politico è chiaro: l’Italia vuole esserci, ma senza strappi.
Sharm el-Sheikh segna la prima crepa nella linea della neutralità italiana: una svolta cauta, ma che apre un capitolo nuovo nel rapporto con la Palestina.