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Garlasco, la nuova inchiesta travolge Andrea Sempio: “Ha perso la casa, rischia il lavoro. Etichettato per…”

A 18 anni dall’omicidio di Chiara Poggi, l’ombra lunga del delitto di Garlasco continua a produrre scosse profonde. Non solo sul piano investigativo, ma anche nelle vite private di chi oggi si trova coinvolto. Andrea Sempio, amico di Marco Poggi — fratello della vittima — e oggi formalmente indagato per concorso nell’omicidio della giovane, si ritrova nel mirino della magistratura e, soprattutto, di un’opinione pubblica che, secondo il suo avvocato, ha già emesso la propria sentenza.

Parla Massimo Lovati

“Un’indagine come questa può distruggere una persona”, ha dichiarato al quotidiano La Provincia Pavese il legale di Sempio, Massimo Lovati, che difende il 37enne insieme alla collega Angela Taccia. Secondo il difensore, la scelta della Procura di Pavia di iscrivere Sempio nel registro degli indagati è stata un errore strategico e umano. “Potevano continuare a indagare, ma a carico di ignoti”, insiste Lovati, sottolineando che non sarebbe stato necessario fare nomi in assenza di indizi solidi. “Stanno cercando dei concorrenti quando non hanno in mano nulla contro Sempio”, aggiunge, riferendosi al capo d’imputazione che parla di “omicidio in concorso con Alberto Stasi o con altri ignoti”. Una formulazione che per l’avvocato è solo “un escamotage che non può stare in piedi. Se si va a giudizio con questa imputazione, l’accusa è destinata a cadere”.

Tutte le conseguenza su Sempio

Ma intanto le conseguenze nella vita del suo assistito sono già pesantissime. “Andrea ha perso la casa a Voghera”, racconta Lovati. “Il proprietario non gli ha rinnovato il contratto perché c’erano troppi giornalisti appostati sotto. Ora rischia anche il posto di lavoro. L’ambiente è ostile, la gente è cattiva e sospettosa. I danni che sta subendo sono incalcolabili”. E non si tratta solo di costi legali: “Il problema vero è l’etichetta che ti resta appiccicata, quella del sospettato, dell’uomo che ha qualcosa da nascondere. Anche se l’indagine dovesse essere archiviata”.

In merito alle parole di Mattia Capra, amico dello stesso Sempio, che aveva sostenuto che “un innocente non ha nulla da temere dalle indagini”, Lovati risponde con durezza: “Si faccia indagare anche lui, poi ne riparliamo. La pressione mediatica e psicologica è insostenibile”.

Sul fronte investigativo, intanto, prosegue l’attività della Procura di Pavia. Gli inquirenti hanno riesaminato reperti rimasti finora in ombra: all’interno di un sacco della spazzatura è stato trovato DNA riconducibile a Chiara Poggi, mentre su una cannuccia di Estathé è stato isolato quello di Alberto Stasi — unica persona a oggi condannata per l’omicidio. Un dettaglio che non mette in discussione la sua versione, secondo la quale quella sera avrebbe cenato con Chiara. Quanto ad Andrea Sempio, è stata invece esclusa la sua presenza alla colazione del 13 agosto 2007, giorno del delitto.

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