Le ricerche condotte nel canale di Tromello, effettuate il 14 maggio scorso su disposizione degli inquirenti, non hanno portato ad alcun ritrovamento dell’arma del delitto di Chiara Poggi. L’operazione, avviata dopo una testimonianza raccolta dalla trasmissione Le Iene, ha puntato l’attenzione su un tratto preciso della roggia. Ma il sopralluogo non ha restituito elementi utili alle indagini.
Il carpentiere: “Quegli attrezzi li ho trovati nel 2018”
A indirizzare i carabinieri verso una nuova pista è stato un carpentiere egiziano, residente a Tromello. L’uomo ha raccontato agli investigatori di aver recuperato anni fa alcuni attrezzi metallici — tra cui una mazzetta, due frammenti di ascia e una pinza da camino — proprio dal canale, durante una pulizia personale della roggia. “Sono pezzi di ferro, faccio il carpentiere. Li ho presi nel 2018 e li ho tenuti perché possono sempre servire”, ha detto ai carabinieri, come riportato da la Repubblica.
Segnalazione partita dal passaparola in paese
La presenza di quegli oggetti era diventata nota tra alcuni residenti della zona, tanto da arrivare all’attenzione degli investigatori. Il passaparola ha condotto i carabinieri del Nucleo investigativo di Milano direttamente all’abitazione dell’operaio, che si trova nei pressi del punto esatto del canale dove si stavano concentrando le ricerche.
La decisione di dragare quel tratto della roggia è stata presa in seguito alla testimonianza di Gianni Bruscagin, raccolta e trasmessa da Le Iene, e successivamente verbalizzata ufficialmente. L’uomo aveva indicato proprio quel luogo come possibile punto di abbandono dell’arma usata nell’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto nel 2007.
Nonostante la consegna spontanea degli attrezzi da parte del carpentiere, al momento non ci sono prove che colleghino gli oggetti all’omicidio di Garlasco. Rimangono agli atti della nuova indagine, ma nessun elemento concreto li riconduce al delitto per il quale Alberto Stasi è stato condannato in via definitiva. Resta comunque alta l’attenzione degli inquirenti, che continuano a vagliare ogni dettaglio utile a ricostruire uno dei casi più discussi degli ultimi vent’anni.