Clamorosa svolta nel caso Paragon. Dopo Fanpage, ora tocca a Dagospia: anche il telefono di Roberto D’Agostino risulta infettato da uno spyware di tipo militare. È lo stesso che ha colpito il direttore Francesco Cancellato e il capocronaca Ciro Pellegrino. Almeno tre giornalisti italiani finiti sotto controllo. E ancora oggi non si sa chi ha dato l’ordine.
Le parole di Matteo Renzi su Roberto D’Agostino
A svelarlo è stato Matteo Renzi, che ha rilanciato la notizia con parole pesantissime: “Se anche Dagospia è stata spiata e il governo italiano continua a far finta di nulla, siamo davanti a un fatto gravissimo. Nelle democrazie NON si spiano i giornalisti. Questo è l’#ItalianWatergate”.
Anche D’Agostino, secondo quanto emerge, avrebbe ricevuto una notifica sul proprio iPhone, come già accaduto a Pellegrino. Il suo telefono è ora sotto analisi della Polizia postale, dopo una denuncia alla Procura di Roma. Intanto, proprio la procura ha ordinato accertamenti su sette dispositivi, inclusi quelli di D’Agostino, Cancellato e Pellegrino, ma anche di attivisti come Luca Casarini e perfino di un’influencer olandese vicina all’ultradestra.
La domanda resta sempre la stessa: chi controlla i controllori? E se qualcuno ha spiato davvero Fanpage e Dagospia, c’è un problema enorme di libertà di stampa in Italia.