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Trump alza il tiro: “Sappiamo dove si trova Khamenei”. Gli Stati Uniti valutano l’opzione militare contro l’Iran. Berlino apre all’intervento

Dopo aver lasciato in anticipo il vertice del G7 in Canada, Donald Trump ha rilanciato lo scontro con l’Iran. In una dichiarazione dura, ha detto: “Sappiamo esattamente dove si trova il cosiddetto Leader Supremo. È un bersaglio facile”. Nessuna azione imminente, ma la richiesta di una “resa incondizionata” e il messaggio chiave: “Controlliamo i cieli sopra l’Iran”.

La risposta di Khamenei: “La battaglia ha inizio”

Il leader iraniano non ha tardato a replicare. “La battaglia ha inizio. Aiuto da Allah e conquista imminente”, ha scritto sui social. Khamenei ha parlato di “dominio assoluto” sui cieli israeliani e ha promesso che non ci sarà “alcuna pietà per i sionisti”. Secondo fonti della Casa Bianca, l’amministrazione sta valutando un attacco mirato all’impianto nucleare di Fordow. Ma la CIA frena: Teheran, al momento, non starebbe perseguendo attivamente la costruzione di un’arma atomica. Servirebbero ancora tre anni per renderla operativa.

Il G7: “L’Iran non avrà mai la bomba”

Nel documento finale del G7, firmato anche da Trump, l’Iran viene definito “principale fonte di instabilità nella regione”. I leader mondiali ribadiscono: “Teheran non potrà mai dotarsi di un’arma nucleare”. Immediate le proteste iraniane: “State coprendo le aggressioni israeliane”. Israele ha confermato l’eliminazione del generale Ali Shadmani. Secondo Human Rights Activists, i raid avrebbero provocato oltre 450 morti in territorio iraniano, di cui almeno 224 civili. Teheran rivendica attacchi contro obiettivi legati al Mossad.

Il Congresso frena Trump: “Serve un’autorizzazione”

Un gruppo bipartisan di deputati ha presentato una risoluzione per impedire un intervento militare non autorizzato. Anche l’ala Maga del Partito Repubblicano è contraria. Tucker Carlson parla di “interventismo fuori controllo”. Elbridge Colby, ex sottosegretario alla Difesa, avverte: “Ogni risorsa impiegata in Medio Oriente indebolisce il contenimento della Cina. La priorità resta il Pacifico”.

Merz: “Israele fa il lavoro sporco per noi”

Il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha elogiato l’intervento israeliano: “Senza l’Iran, Hamas non avrebbe mai potuto colpire. Israele sta facendo il lavoro sporco per tutti noi”. In un’intervista a Politico, ha confermato che Berlino valuta l’ingresso nella guerra. “Ne abbiamo parlato anche con gli Stati Uniti”. Dal carcere di Evin, la Nobel per la pace Narges Mohammadi chiede la fine del conflitto: “A Teheran vivono dieci milioni di persone. Chi potremo salvare se tutto esplode?”. Ma sul terreno, intanto, i segnali indicano una sola direzione: escalation.

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