Nel giorno dell’apertura dell’incidente probatorio sull’omicidio di Chiara Poggi, la procura di Pavia punta su un elemento già repertato nel 2007, ma finora mai valorizzato a pieno: la traccia 97F, un’impronta insanguinata sul muro della scala che porta alla taverna della villetta di via Pascoli, dove fu trovato il corpo della vittima. Secondo gli inquirenti, si tratterebbe della mano sinistra dell’aggressore, che agiva mentre la destra lasciava la già nota impronta 33, attribuita ad Andrea Sempio.
I periti al lavoro: cinque nodi da sciogliere in novanta giorni
L’incidente probatorio si è aperto davanti al giudice Daniela Garlaschelli, che ha affidato ai consulenti il compito di chiarire cinque punti fondamentali entro 90 giorni. Si parte dall’analisi del DNA rilevato sulle unghie di Chiara, che secondo il consulente dell’accusa Carlo Previderé sarebbe compatibile con Sempio. Si procederà poi all’estrazione di tracce da impronte e reperti mai analizzati (come confezioni di tè, yogurt, cereali, biscotti), fino alla comparazione genetica con Sempio, Alberto Stasi, la famiglia Poggi e altri soggetti che frequentavano la casa. Sono previsti, se necessario, anche prelievi coattivi.
Una mano sinistra, il sangue sul pigiama e il possibile errore di valutazione
Secondo nuove analisi della Bloodstain Pattern Analysis, le macchie sul pigiama della vittima sarebbero compatibili con il gesto dell’aggressore che, usando la mano sinistra, avrebbe sollevato e spinto Chiara giù per le scale. La traccia 97F, lasciata sul muro, corrisponderebbe per posizione e altezza a quella mano. Dettagli non compatibili, secondo i periti, con tracce che la vittima stessa avrebbe potuto lasciare. Di qui l’ipotesi: quella parete porta il segno diretto dell’assassino.
Il telefono, le impronte insanguinate e la scena trascurata della cucina
Chiara, secondo la nuova ricostruzione, avrebbe anche cercato di usare il telefono fisso per chiedere aiuto: nel vano della cornetta sono state rilevate tracce di sangue, mai prelevate. Anche le piante dei piedi della vittima presentavano residui ematici, come se avesse camminato nel sangue prima del crollo finale. Accanto al telefono, tre piccole macchie potrebbero corrispondere alle dita di un piede insanguinato. Infine la cucina: sottovalutata nelle indagini, ma ritenuta centrale per la dinamica. Tre sedie attorno al tavolo potrebbero indicare la presenza di almeno due persone oltre Chiara la mattina del delitto.