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Garlasco, si riapre la scena del delitto: laser scanner e droni nella villetta di Chiara Poggi. E Nordio accusa: “Così la giustizia disorienta i cittadini”

Diciassette anni dopo l’omicidio di Chiara Poggi, la Procura di Pavia torna nella villetta di via Pascoli con l’obiettivo di ricostruire la scena del delitto fin nei minimi dettagli. Questa mattina, i carabinieri del Ris sono entrati nell’abitazione armati di laser scanner, droni e fotocamere ad alta definizione per mappare in 3D gli ambienti e analizzare le traiettorie delle tracce di sangue. L’operazione, comunicata ufficialmente anche dal Tg1, fa parte di un nuovo approfondimento disposto dall’autorità giudiziaria. Nel provvedimento che autorizza l’ispezione, la Procura sottolinea la necessità di “accertare le tracce e gli effetti materiali del reato”, includendo la possibilità di rimuovere eventuali barriere architettoniche per garantire l’accesso ai locali. Tutte le misurazioni saranno documentate con rilievi fotografici e strumenti ad alta precisione.

Ricostruzione pianificata: Poggi e il maxi incidente probatorio

Secondo quanto trapela dagli ambienti investigativi, il sopralluogo del Ris non è stato improvviso, ma concordato da tempo con tutte le parti interessate. Lo conferma anche l’avvocato della famiglia Poggi, Francesco Compagna: “Ci era stato comunicato, ma non possiamo partecipare. Si tratta di una fase istruttoria della Procura”. L’obiettivo dichiarato è quello di ricostruire la scena del crimine e soprattutto le traiettorie del sangue, elemento cruciale nell’inchiesta.

Il nuovo sopralluogo si inserisce nel contesto del maxi incidente probatorio fissato per il 17 giugno dalla gip Daniela Garlaschelli. In preparazione a quella data, il consulente della famiglia Poggi, Marzio Capra, ha richiesto l’estensione dei prelievi di DNA anche a soggetti non inizialmente previsti, tra cui amici del fratello di Chiara, investigatori, il medico legale e alcuni soccorritori intervenuti sul posto nel 2007. Oltre naturalmente ad Alberto Stasi — condannato in via definitiva — e Andrea Sempio, indagato nell’inchiesta parallela.

Nordio e il caso Garlasco: “Una condanna dopo due assoluzioni è anomala”

Sulla complessa vicenda giudiziaria è tornato a esprimersi anche il ministro della Giustizia Carlo Nordio, in un’intervista al Foglio dedicata ai nodi della magistratura italiana. Pur evitando di entrare nel merito del caso Poggi, Nordio ha colto l’occasione per lanciare un messaggio più ampio: “A parità di condizioni, Tizio viene condannato da una parte, Caio assolto da un’altra. Poi, magari dopo vent’anni, si rifà il processo. Tutto questo disorienta i cittadini”.

E proprio riferendosi alla condanna di Stasi dopo due gradi di assoluzione, Nordio è netto: “Premesso che non ho voluto seguire il caso per principio, ribadisco che una persona assolta in primo e secondo grado, e poi condannata senza rifare dall’inizio il processo, è un’anomalia del nostro sistema”. Una dichiarazione destinata ad accendere nuovamente il dibattito su una delle vicende giudiziarie più controverse degli ultimi vent’anni.

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