Home CRONACA Omicidio di Chiara Poggi, spunta un martello nel canale: nuova pista, nuovi...

Omicidio di Chiara Poggi, spunta un martello nel canale: nuova pista, nuovi testimoni, vecchie ombre

A diciotto anni dall’omicidio di Chiara Poggi, il caso di Garlasco si riapre ancora una volta. Un martello ritrovato nel canale di Tromello, vecchie testimonianze dimenticate, nuove intercettazioni, legami familiari e ombre mai dissolte. La verità definitiva sembra ancora lontana, mentre si allunga l’elenco dei nomi coinvolti, direttamente o indirettamente, in uno dei cold case più controversi d’Italia.

Un martello nel canale e la casa vuota

Il nuovo indizio è un martello rinvenuto nei trenta metri di roggia che scorrono dietro una casa di corte appartenuta alla famiglia di Stefania e Paola Cappa, cugine di Chiara Poggi. L’abitazione, all’epoca del delitto, era disabitata: Cesare Cappa, fratello delle gemelle, era in vacanza in Croazia. A condurre i carabinieri lì è stata una testimonianza, vecchia e screditata, e una nuova, tutta da verificare.

Nel 2007, il tecnico del gas Marco Demontis Muschitta aveva raccontato di aver visto una ragazza bionda uscire da via Pascoli in bicicletta con in mano un attizzatoio. Aveva indicato proprio Stefania Cappa. Poi ha ritrattato, dicendo di essersi inventato tutto. È stato denunciato per calunnia, ma poi assolto.

La nuova voce e il tonfo nell’acqua

La nuova testimonianza non porta prove dirette, ma riporta un racconto fatto da due persone ormai decedute. Secondo questa versione, Stefania Cappa sarebbe stata vista arrivare a Tromello con una borsa molto pesante, avrebbe chiesto le chiavi della casa e, poco dopo, si sarebbe sentito un tonfo, come quello di un oggetto lanciato in acqua. Il riferimento al martello — e all’attizzatoio inizialmente cercato dagli inquirenti — riaccende l’interesse su un elemento chiave: quel “martello a coda di rondine” che i Poggi denunciarono come scomparso proprio il giorno dell’omicidio, il 13 agosto 2007.

Il caso ha già avuto un colpevole

Il caso ha già avuto un colpevole: Alberto Stasi, fidanzato di Chiara, condannato in via definitiva e oggi vicino al fine pena. Ma da mesi c’è anche un nuovo indagato: Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara, Marco Poggi. Con lui entrano in scena nuovi possibili testimoni: Roberto Freddi e Mattia Capra, legati a Sempio e alla famiglia Poggi, e Antonio B., un vigile del fuoco amico della madre dell’indagato.

I carabinieri sono arrivati fino a Voghera, perquisendo l’abitazione di Sempio e quella della nonna in via Canova a Garlasco. Tra i materiali sequestrati: dispositivi elettronici, chiavette USB, hard disk, cd, telefoni, documenti cartacei e quaderni manoscritti, conservati in scatole assieme a atti giudiziari di origine ancora incerta.

Gli sms delle gemelle e la festa in piscina

La Procura di Pavia, guidata da Fabio Napoleone, con l’aggiunto Stefano Civardi e il pm Valentina De Stefano, ha depositato 200 sms inviati da Stefania Cappa a un amico di Milano. A riportarne il contenuto è il settimanale Giallo. Secondo fonti investigative, nei messaggi ci sarebbero diversi riferimenti al delitto e a una festa in una villa con piscina, poco prima dell’omicidio. Una versione che trova eco anche nella testimonianza dell’amica di Chiara, Francesca, che già nel 2007 raccontò qualcosa di simile.

Sempre intercettazioni alla mano, Paola Cappa, parlando con la nonna dopo la morte della cugina, avrebbe detto: “Odio gli zii. Non li sopporto più. Mi hanno rotto. Non voglio che vengano qui. Se io e Stefania siamo ridotte così è per questa storia qua”.

“Io non c’entro”, dicono gli amici. Ma le celle raccontano altro

Mattia Capra, oggi nel mirino degli inquirenti, ha negato qualsiasi legame con Chiara Poggi: “Escludo categoricamente di aver avuto amici in comune con Chiara e di aver conosciuto il fidanzato”. Ha dichiarato di essere stato a casa quel giorno, con la presenza saltuaria dello zio. Stessa versione fornita da Roberto Freddi. Ma le celle telefoniche li collocano altrove: alle 9.58 del 13 agosto 2007, nessuno dei due risulta essere a Garlasco.

Secondo quanto emerso, fu proprio Andrea Sempio a informarli della morte di Chiara. Intanto, la famiglia Poggi fa sapere: “Tutti gli attrezzi del camino ci sono ancora. L’attizzatoio dell’epoca è ancora in casa”.

Articolo precedenteDraghi torna in cattedra: l’Europa deve svegliarsi, smettere di campare con le mance dell’America e imparare a camminare con le proprie gambe.
Articolo successivoPaghi, giochi. E se non paghi, stai in panchina. Così funziona (davvero) il calcio giovanile?