Home EDITORIALI Primo Maggio. Festa per chi?

Primo Maggio. Festa per chi?

Il Primo Maggio si celebra la Festa del Lavoro. Ma in Italia, ogni anno, questa ricorrenza ha il sapore amaro di una farsa. Perché in un Paese dove si continua a morire mentre si lavora, parlare di “festa” suona come una provocazione.

Nel 2024 sono morte 1.041 persone sul posto di lavoro. Una media di quasi tre al giorno. Nei cantieri, nei magazzini, nei campi. In nero, in grigio, in subappalto e pure in regola. Una strage silenziosa, ignorata finché non diventa virale. Poi tutto torna come prima. Per la cronaca, rispetto al 2023, l’incremento delle morti è stato del +4,7%. Un dato allucinante.

Ieri sera, Giorgia Meloni ci propone un video su Instagram sottolineando che “c’è tanto, tanto da fare” sulla sicurezza. Ha ragione. Ma come, esattamente? Qual è il piano? Dove sono gli ispettori, le sanzioni, i controlli veri? Dove sono le leggi che tolgono il profitto a chi taglia la sicurezza? Perché finché i colpevoli saranno “nessuno”, continueranno a morire “tutti”.

Non è una questione politica. La sicurezza sul lavoro non ha partito. Ha sangue. E lo versa chi lavora per vivere, e finisce per morire.

Lo Stato si accende solo dopo la tragedia. I sindacati si muovono quando c’è un palco. Le aziende, quelle peggiori, trattano la sicurezza come un costo da ridurre. Si muore per un ponteggio senza imbracatura, per un macchinario sbloccato, per un turno in più assegnato a voce, “tanto è solo una mattinata”.

La sicurezza costa. Costa tempo, costa formazione, costa rinunciare al margine. E proprio per questo è la prima a sparire. Sotto le pressioni, sotto le urgenze, sotto l’indifferenza.

Il Primo Maggio dovrebbe essere un giorno di verità. Non una sfilata, non un concerto. Ma un elenco dei nomi di chi non è tornato a casa. Un promemoria: finché lavorare uccide, non c’è nulla da festeggiare.

E finché si governa a colpi di “tanto da fare” e post motivazionali, è lecito chiedersi se qualcuno abbia davvero intenzione di farlo.

Articolo precedenteBenvenuti a Stalingrad: Putin rilancia Stalin, versione duty free