Home CRONACA Federica Brignone, l’incidente choc. Rischia di saltare l’Olimpiade?

Federica Brignone, l’incidente choc. Rischia di saltare l’Olimpiade?

Il tennis ha la maledizione dei quarti di finale, la ginnastica quella della trave. Lo sci, invece, sembra avere quella degli Assoluti. Federica Brignone, dominatrice assoluta della stagione 2024-2025, è caduta ai Campionati Italiani di Alpe Lusia, durante la seconda manche del gigante. E non si è trattato di una caduta qualsiasi.

La campionessa del mondo è finita a terra dopo aver inforcato con il braccio una porta, perdendo l’equilibrio e impattando malamente con il terreno. Era in testa dopo la prima manche. Subito, le immagini hanno fatto capire che non si trattava di un semplice spavento: Brignone non riusciva a stare in piedi. È stata portata al traguardo in toboga, poi trasferita in elicottero all’ospedale Santa Chiara di Trento. La diagnosi è arrivata in serata, ed è di quelle che fanno tremare i polsi: frattura scomposta pluriframmentaria del piatto tibiale, frattura della testa del perone sinistro, rottura del legamento crociato anteriore. In sintesi: il peggior infortunio possibile per una sciatrice.

L’intervento di Federica Brignone

È stata operata d’urgenza alla clinica La Madonnina dal dottor Andrea Panzeri, capo della Commissione Medica FISI, appena rientrato da Lione. L’intervento è durato ore, ma il bollettino è stato prudente: “L’intervento è andato bene, meglio del previsto”, ha fatto sapere Panzeri, senza sbilanciarsi sui tempi di recupero. Al momento, si parla di almeno sei mesi prima di poter “caricare” il ginocchio.

L’impatto, la torsione, la tipologia dell’infortunio: tutto richiama alla memoria il caso di Sofia Goggia, anche lei vittima di un incidente simile nel febbraio 2024, quando si fratturò tibia e malleolo durante un allenamento a Ponte di Legno. Con una differenza fondamentale: l’infortunio di Brignone coinvolge direttamente l’articolazione del ginocchio, in una zona delicatissima dove trovano inserzione legamenti e menischi. “A caldo – ha dichiarato Panzeri – non so dire se è peggiore il danno di Brignone o quello avuto da Goggia. Ma di sicuro non sarei contento di scegliere l’infortunio di Federica”.

Dal canto suo, Goggia ha scelto il silenzio. “Non è il momento di commentare”, ha fatto sapere. E intanto si apre inevitabilmente un altro fronte di discussione: aveva senso per Brignone, dopo una stagione così lunga, logorante e trionfale, affrontare anche gli Assoluti?

Domanda lecita. Federica, in questo 2025, ha messo in bacheca 10 vittorie, 16 podi, la Coppa del Mondo generale, quella di gigante, quella di discesa e il secondo posto in superG. E poi l’oro in gigante e l’argento in superG ai Mondiali di Saalbach. Aveva vinto tutto, dominato tutto. Eppure era lì, ancora in pista, in gara, a difendere il titolo nazionale. Perché? Forse per la voglia di non tirarsi mai indietro, forse anche per senso di appartenenza: Brignone è atleta dell’Arma dei Carabinieri, e negli Assoluti spesso il prestigio passa anche da logiche istituzionali.

Ma resta un fatto: dopo tutto quello che ha conquistato, Federica si è fatta male in una gara che, sportivamente, contava meno di tutte. Quando l’adrenalina cala, il rischio d’errore sale. Ed è andata come nessuno avrebbe voluto.

Ora l’unico orizzonte è Milano-Cortina 2026. Mancano dieci mesi. Non sono pochi, ma nemmeno infiniti. Fino a giugno, la campionessa valdostana potrà solo lavorare in scarico. Da ottobre-novembre, se tutto andrà bene, potrà iniziare a spingere. Niente preparazione estiva, niente test precampionato: si andrà direttamente al cuore della stagione olimpica. Una rincorsa alla cieca, tutta da ricostruire.

È il primo grave infortunio in carriera per Brignone, un’esperienza nuova dopo anni di continuità e traguardi. Lindsey Vonn, nel 2016, tornò in pista dopo un infortunio simile ma non fu semplice. Ora toccherà a Federica affrontare una Coppa del Mondo diversa, con una tabella di marcia stravolta e una sola data cerchiata in rosso: febbraio 2026.

Quella dell’Olimpiade di casa.

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